Fermate Pedemontana: la protesta “diffusa“ di sindaci e cittadini

Le manifestazioni contro l’infrastruttura per l’impatto sul territorio, le ricadute ambientali e sulla viabilità tra Varesotto e Brianza

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VARESE

Partecipazione un po’ sottotono per il presidio di Desio, uno degli epicentri della manifestazione diffusa contro Pedemontana. Un luogo chiave, perché sul territorio l’impatto della nuova infrastruttura sarà quanto mai invasivo. Alcune decine le persone che si sono radunate in piazza Conciliazione per esprimere il proprio dissenso al “mostro“ di cemento e asfalto, con gazebi e bandiere. "La nostra posizione è sempre stata chiara: un netto no – dice l’ex vicesindaco del Pd Jennifer Moro, adesso all’opposizione –. La Brianza non ha bisogno di un’infrastruttura che non risolverà i problemi viabilistici e di connessione del territorio brianzolo, costerà molto più di quanto preventivato e i cittadini pagheranno la sua costruzione e la sua fruizione. In un periodo storico in cui si parla di transizione ecologica si dovrebbe guardare al futuro con un altro spirito. Mentre l’Europa continua a investire in zone a 30 kmh e in modalità alternative di trasporto, il nostro Paese persegue la realizzazione di un’opera pensata nel secolo scorso e senza confronto con i territori. Pedemontana distruggerà 650 ettari di terreni verdi e boschivi, di cui 57 solo a Desio, l’equivalente di 80 campi da calcio".

In città il tema è molto caldo da mesi. "Abbiamo chiesto che sia sancito lo stralcio dell’area di sosta e carburante, su cui realizzare un’area forestale – ha sottolineato di recente l’assessore all’Urbanistica di Desio Cristina Riboldi –. Riteniamo Pedemontana un’opera che dovrà essere migliorata, ad esempio per la parte di sovrapposizione con la Milano-Meda, ma finché non inventeranno le auto volanti, è un’opera che risponde a esigenze di collegamento est-ovest tanto ricercate fin dagli anni ‘60 ma con un approccio al territorio innovativo. Ricordo che il 70% del tracciato è trincea o galleria e non saranno realizzati caselli".

Contrario il sindaco di Cesano Gianpiero Bocca, del centrosinistra: "Il progetto presenta gravi criticità, a partire dalle ricadute ambientali e sulla viabilità. Anzitutto è un’opera sovraordinata rispetto alle valutazioni del territorio. Questa è una critica che la nostra città e molti sindaci hanno sempre rivolto alla Regione per non essersi messa in ascolto delle amministrazioni. Oggi ci troviamo di fronte al fatto compiuto: la firma di un contratto per la realizzazione delle tratte B2 e C, di cui non sappiamo nulla".

L’obiettivo, a questo punto, sembra quello di minimizzare i danni: "Le questioni più urgenti su cui ragionare e impegnarci, insieme agli altri sindaci – prosegue Bocca – riguardano tematiche ambientali, pedaggio e gestione traffico. Le compensazioni previste a oggi sono gravemente insufficienti, non solo per Cesano ma per tutto il tratto della B2. La realizzazione della Greenway, che doveva rappresentare il contrappeso ambientale della B2 e di tutta la tratta della Pedemontana, è stata posticipata alla fine dei lavori della tratta D, il che significa che probabilmente non la vedremo mai. Sul tema ambientale, infine, mancano ancora delle certezze anche per i terreni contaminati dalla diossina".

Alessandro Crisafulli