GRAZIANO MASPERI
Cronaca

Disabili senza lavoro. La cooperativa Il Fiore lancia l’appello: "Non lasciateci soli"

Magenta, futuro incerto per chi si occupa di assemblaggio. Si cercano aziende che possano salvare questa esperienza.

La cooperativa dà lavoro a 50 disabili ma rischia di restare senza commesse In questi giorni i vertici della onlus hanno fatto appello alle aziende del territorio

La cooperativa dà lavoro a 50 disabili ma rischia di restare senza commesse In questi giorni i vertici della onlus hanno fatto appello alle aziende del territorio

Sono giorni febbrili per la cooperativa sociale Il Fiore. Il 31 dicembre i 50 ragazzi, che da anni lavorano nel capannone di via Piave, rischiano di non avere più un’occupazione. Un problema enorme, come ha sottolineato la fondatrice della cooperativa Giuditta Ranzani, perché si tratta di persone con disagio psichico. Tanti hanno superato i 40 e anche i 50 anni, ma nellarealtà magentina hanno trovato motivazioni importanti per appassionarsi al lavoro. "Sono qua dal mese di febbraio del 2017 – ricorda Stefano –. Mi occupo dell’assemblaggio dei cinturini e mi piace tantissimo. Ho imparato a lavorare insieme agli altri: ormai non ho bisogno che mi dicano cosa fare, perché ho preso la mano".

Stefano è uno dei punti fermi della cooperativa. Tutti i giorni dopo avere salutato la mamma, esce di casa a Vittuone prima delle 8 per prendere il pullman e arrivare a Magenta per entrare nel capannone di via Piave alle 8,30. "Per me la cooperativa è una grande famiglia – racconta –. Ho trovato tanti amici e persone che mi vogliono bene". Quello di Stefano è uno dei tanti esempi di persone che si incontrano all Fiore e che sono diventati indipendenti. Non solo sul lavoro, ma anche nel tragitto. C’è anche chi, in assenza dei coordinatori, ha assunto mansioni di responsabilità, aumentando l’autostima. I ragazzi sono seguiti in tutte le loro problematiche di vita. Insomma, la cooperativa ha rappresentato qualcosa di più di un semplice lavoro. Ora tutto questo potrebbe finire. "Cosa farò fare a questi ragazzi? - si chiede Giuditta Ranzani – Se l’assemblaggio non sarà più commissionato a noi dalle ditte, che lo faranno al loro interno, non so proprio cosa potremo fare". La sartoria femminile, vicina all’officina dell’assemblaggio, invece rimarrà. Ma offre lavoro a poche donne, cinque in tutto. Per il resto, si sta lavorando disperatamente per trovare qualcuno che commissioni un lavoro. Si è fatto avanti un nome importante di Magenta, ma le previsioni restano pessimistiche. È cominciata una corsa contro il tempo per salvare questa esperienza.