PAOLO GIROTTI
Cronaca

Crespi, la maxi-eredità dell’ex Dc al Comune

Conclusa la battaglia legale con la famiglia della compagna

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di Paolo Girotti

Si è finalmente chiusa con una transazione a favore del Comune una vicenda che si trascina ormai da otto anni, da quando nel 2014 l’ex assessore e consigliere comunale legnanese della Dc, Elia Crespi, lasciò in eredità i suoi beni, e quelli precedentemente ereditati dalla compagna, al Comune di Legnano. Un generoso lascito che si è complicato quando il fratello della moglie defunta si era fatto avanti, pretendendo di essere il destinatario unico dell’eredità costituita da beni immobili e conti bancari. E così, mentre i due appartamenti erano poi andati all’asta più volte, senza esito, si era anche scoperto che dai conti bancari era stato impropriamente prelevato denaro da parte dello stesso parente. La questione si è ora chiusa con una transazione tra le parti e il parente sarà ora obbligato a versare al Comune di Legnano 260mila euro per fermare l’azione esecutiva decisa dal tribunale nei suoi confronti dopo la richiesta del Comune, che resta anche proprietario degli immobili ricevuti con l’eredità. Tutta la vicenda si sviluppa a partire dal 2014 con la morte di Elia Crespi, noto anche come Eliseo o Elio, ex consigliere comunale ed esponente della Democrazia Cristiana, dal 1951 al 1961. Crespi aveva dunque deciso di lasciare tutti i suoi averi al Comune e nella lista dei beni era compreso anche quanto ricevuto dalla compagna, C.A., morta poco prima, sempre nel 2014. L’eredità, a conti fatti, valeva circa 800mila euro, una cifra calcolata sommando i depositi di due conti postali, uno di Crespi per circa 400mila euro e uno riferibile alla compagna per circa 180mila euro, oltre a due abitazioni a Castelletto Ticino e Oleggio.

Il fratello della compagna di Crespi aveva però impugnato l’atto chiedendo la nullità del testamento e accampando diritti sull’eredità. Il Comune di Legnano si era mosso con i propri legali per cercare di recuperare anche quanto era stato prelevato dal conto della stessa donna, "svuotato" all’indomani della morte: per questo era stato richiesto anche il pignoramento dei beni dell’uomo. Ora la transazione raggiunta tra le parti prevede che il parente della compagna dell’ex assessore paghi - a saldo e stralcio di ogni credito e per frenare l’azione del Comune - 260mila euro entro fine anno: la restituzione di quanto prelevato dal conto, più parte delle spese e la rinuncia al giudizio in corso a Novara. Resta dunque valida la sentenza definitiva Corte Appello Torino, che dichiara il Comune erede universale.