GIOVANNI CHIODINI
Cronaca

Abbiategrasso, la mascherina a km zero nasce dalla plastica

I titolari dell’impresa Errevi: "Tutti i componenti del dispositivo sono realizzati solo da aziende del territorio abbiatense"

Riccardo Volpato di Errevi con la nuova mascherina

Abbiategrasso (Milano), 30 agosto 2020 - Con l’azienda chiusa a causa del lockdown hanno pensato come poter aiutare i cittadini ad affrontare la pandemia. È così nata l’idea di creare una mascherina originale, ma siccome la loro azienda non è del settore tessile l’hanno pensata e prodotta con i macchinari utilizzati ogni giorno la costruzione degli stampi per le materie termoplastiche e per pressofusione, e la produzione del termoplastico. L’azienda opera nel settore dell’automotive, dell’elettronica, dell’elettrico. «Abbiamo cominciato ad elaborare l’idea che ci era venuta quando eravamo costretti a rimanere in casa dal 4 mggio, alla ripresa dell’attività - racconta Riccardo Volpato - abbiamo iniziato a metterci mano. Vista la specificità della nostra azienda non abbiamo puntato a fare delle mascherine in tessuto bensì utilizzando le materie prime del nostro lavoro. Così è nata questa mascherina che è sostanzialmente costituita da tre parti: le due portanti realizzate con materiale anallergico, ecologico, regolarmente certificato, e la terza con un tessuto non tessuto di triplo spessore, in poliestere altrettanto certificato». 

La maschera vera e propria (per la protezione facciale di naso e bocca) è realizzata con un materiale termoplastico medicale riutilizzabile, che si può lavare, sterilizzare tutte le volte che si vuole. Di fronte alla bocca c’è una griglia, estraibile attraverso un binario di scorrimento, nella quale si deve mettere il filtro. In vendita – tra qualche settimana – verrà messa una confezione con la mascherina, la griglia, i laccetti in latex per fissare la mascherina sul viso e una trentina di questi filtri, già tagliati col laser. «Non è un presidio medico, ma è una mascherina “per la collettività” che si può utilizzare in tutti gli ambienti dove si sta in contatto con la gente, dal supermercato al posto di lavoro, esclusivamente per la sicurezza personale. La durata è certamente superiore a quella delle mascherine chirurgiche in uso a molte persone che, in teoria, vanno gettate dopo un uso di quattro ore. Questi filtri si possono tenere anche per otto ore». 

«L’abbiamo chiamata mascherina abbiatense – aggiunge Volpato – perché non solo è stata pensata e in parte realizzata da noi, ma anche i laccetti e i filtri sono prodotti da aziende della zona. Pensiamo però di non limitarci a venderla nella zona. Se ci saranno richieste adeguate, faremo anche una vendita online». Errevi è giunta al traguardo dei primi 50 anni di attività. È stata fondata da Renato Volpato, che è ancora presente in azienda. Al suo fianco lavorano i figli Riccardo e Fabrizio.