
Elena Gabbiadini con il padre
Cerro Maggiore (Milano), 7 aprile 2020 - «Non stanno tumulando le ceneri, prima danno priorità ai defunti". Non può ancora piangere i suoi cari davanti ad una tomba che ne raccolga le ceneri la cerrese Elena Gabbiadini, che si è sentita rispondere in questo modo dopo aver finalmente ricevuto notizie dei parenti scomparsi. Il 16 marzo in un giorno la cerrese ha perso prima il nonno e poi il padre. Entrambi vivevano nella Bergamasca ed entrambi, si presume, sono morti con il covid-19. Da allora delle due salme si era persa ogni traccia. In un primo momento i corpi erano stati portati via e poi sistemati dentro le bare stipate nel cimitero di Stezzano, ma senza alcun ultimo saluto o liturgia funebre. Poi il trasferimento a Bergamo. Infine la colonna dell’esercito che ha trasportato le bare verso la cremazione. "Ho chiesto informazioni di mio padre e mio nonno per sapere quando li avessero riportati al nostro paese. Auguro con tutto il cuore a tutte le persone di non vivere mai questo inferno". A Stezzano rimane la madre di Elena, anch’ella malata di covid-19 ma fortunatamente in lento e costante miglioramento.
La famiglia Gabbiadini è stata travolta dallo tsunami del coronavirus. La figlia, che da anni abita a Cerro Maggiore, non è riuscita ad andare a dare conforto alla madre, unica sopravvissuta, che si trova in quarantena da settimane. "Ci hanno lasciati soli ed hanno abbandonato medici infermieri in prima linea a combattere un nemico silenzioso" sottolinea.. Guido Gabbiadini è morto nella propria casa di Stezzano, nonostante abbia chiesto più volte l’intervento dei medici e un ricovero che non è mai arrivato. A questa storia si aggiunge quella del padre adottivo, che abitava in un paese vicino e che è stato trovato morto nella propria abitazione il mattino del 16 marzo. Nel pomeriggio si sono poi aggravate le condizioni di Guido Gabbiadini, morto nella serata del 16 marzo dopo una forte crisi respiratoria e lasciato per ore nel letto di casa davanti alla moglie sofferente. Un dramma nel dramma quello vissuto dalla donna, rimasta adesso da sola e aiutata dai parenti che abitano nella Bergamasca. "È una donna molto forte e ha dovuto vivere in totale solitudine una cosa davvero terribile. Oggi sta affrontando la malattia con tanta forza, coraggio eduna dignità unici" afferma la figlia.