Coronavirus, i parenti malati: "Mia nonna sola in casa e nessuno ci aiuta"

Abbiategrasso, la donna non autosufficiente rimane così priva di assistenza. L’appello disperato del nipote

Un'anziana

Un'anziana

Abbiategrasso (Milano), 5 aprile 2020 -  «Non sappiamo cosa fare. Mia nonna è rimasta sola in casa. Non ci possiamo avvicinare nemmeno per accudirla, non è autosufficiente". Queste sono le parole di Gianluca, nipote di C. I., un’anziana ultra ottantenne residente ad Abbiategrasso. Tutto è precipitato in un attimo, hanno spiegato i famigliari. La donna viveva a casa della figlia e del genero, curata ed assistita da loro. Qualche giorno fa però, ultimi giorni di marzo, la figlia ha iniziato ad accusare febbre e tosse, così come il marito. "Ci siamo subito allarmati – ha spiegato Gianluca –. Mia zia è un’infermiera e con tutto quello che si sente in giro, abbiamo capito che poteva aver contratto il Covid-19".

Allertato il medico di base, è stata chiamata un’ambulanza e la donna è stata portata in ospedale. "Mia nonna e mio zio stavano bene il 31 marzo. Mio zio accusava un po’ di tosse ma tutto sommato sembrava reagire bene. La preoccupazione era tutta per mia zia. Di mia nonna si sarebbe continuato ad occupare mio zio. Il giorno dopo ci viene confermata la positività di mia zia e l’esigenza del supporto respiratorio. Oltre che per lei, a quel punto ci siamo allarmati anche per mio zio e mia nonna, la quale ha da poco superato un ictus". Le condizioni della donna ricoverata sono subito peggiorate. "Ci siamo ritrovati nella situazione orrenda di quelle migliaia di persone che hanno visto un proprio caro ricoverato e che non possono andarlo a trovare". La situazione è degenerata ancora. In pochi giorni i sintomi dell’uomo si sono acuiti ed è subentrata la difficoltà respiratoria anche per lui.

«Sapeva che se lo avessero ricoverato, mia nonna sarebbe rimasta sola; e non è in grado di badare a se stessa". Riparte l’iter di emergenza. L’uomo viene visitato e le sue condizioni vengono riconosciute abbastanza gravi, tanto da obbligarlo ad un ricovero. Anche l’anziana è stata visitata ma le sue condizioni sono parse buone. "Per fortuna mia nonna stava bene – continua Gianluca –. Non presentava, e al momento non presenta, sintomi. Però a quel punto è subentrato un altro grosso problema: come avremmo fatto ad occuparci di lei?".

I soccorritori dell’ambulanza si sono raccomandati di non entrare in casa o in contatto con mia nonna per nessuna ragione. "Entrare o prendere con noi la nonna, vorrebbe dire mettere a rischio anche la nostra di salute". Il tutto è avvenuto nel pomeriggio di venerdì. La famiglia ha fin da subito cercato una soluzione, ma l’anziana si trova in un limbo che mette in evidenza un vuoto organizzativo. Non si sa se sia positiva ma è in quarantena, i servizi per gli anziani ci sono, ma sono prestati da volontari ed addetti che comunque non hanno competenze e dispositivi per assistere una donna non autosufficiente. "Mia nonna riesce a fare molto poco da sola. Le istituzioni devono trovare delle soluzioni anche per emergenze del genere. Siamo riusciti ad avvisare Ats, dai prossimi giorni si dovrebbero muovere i servizi sociali, speriamo".