Anche l'ospedale di Abbiategrasso contro il coronavirus

Il reparto del Piede Diabetico sarà presto trasformato in modo da poter accogliere i pazienti malati

L'ospedale Cantù di Abbiategrasso

L'ospedale Cantù di Abbiategrasso

Abbiategrasso (Milano), 28 marzo 2020 - Anche l’ospedale Costantino Cantù si occuperà del coronavirus. Il reparto del Piede Diabetico è in fase di riconversione in una unità per soggetti contagiati dal Sars-cov2, in fase di guarigione. Nella giornata di ieri la notizia è stata confermata dal sindaco Cesare Nai. Il quale ha anche dato l’annuncio di 14 nuovi casi di coronavirus, portandone il totale a 75. Ad Abbiategrasso saranno circa 22 i posti messi a disposizione. Nelle settimane scorse, da più soggetti erano arrivate richieste affinché l’ospedale Cantù potesse essere della partita. La Regione ha quindi dato mandato e in queste ore si stanno allestendo tutti i sistemi necessari per accogliere i contagiati non più in gravi condizioni.

Questa iniziativa rientra nella nuova strategia di ampliamento sistema ospedaliero regionale. Abbiategrasso fungerà da supporto ed assistenza alle strutture di zona più grandi ed impegnate in prima fila nella lotta al coronavirus. Tra tutte Legnano e soprattutto Magenta. Asst Ovest Milanese ha deciso, in accordo con la dirigenza del Cantù, di liberare un reparto già esistente, quello del Piede Diabetico: "Il personale c’è già, verrà solo riconvertita quella parte di struttura - spiega un dipendente del Cantù -. Sarebbe stato bello se si fosse investito su un reparto chiuso, come la chirurgia. Speriamo sia un primo passo". Per quanto riguarda i pazienti ricoverati in quel reparto, l’operatore sanitario spiega saranno ridistribuiti o all’interno della struttura o in altri ospedali. Quindi non il potenziamento auspicato da politici, ma comunque un piccolo segnale. A spendersi da sempre in questa lotta c’è il Comitato Popolare Intercomunale dell’Abbiatense.

Nei giorni scorsi il comitato ha scritto un appello al presidente Regionale Attilio Fontana e all’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera, descrivendo le strutture del Cantù e indicandone le potenzialità. Concludendo con un richiamo al depotenziamento subìto in questi anni. "Chiediamo che venga ridata dignità a questa struttura costata ben 30 milioni di euro e in questi anni depotenziata - sottolinea il Comitato -. Uno spreco vergognoso e inaccettabile, uno schiaffo ai contribuenti, ai pazienti e al personale sanitario impegnato in prima linea. A maggior ragione oggi, di fronte ad una emergenza nazionale di questa portata".

Una presa di posizione netta. Rafforzata dalle criticità emerse in questi mesi e che, con un’organizzazione e una gestione delle risorse diversa, sarebbero potute essere meno importanti. Il 16 marzo è stato aperto in anticipo il nuovo Pronto soccorso del Fornaroli di Magenta, che al momento ospita un centinaio di persone affette da coronavirus. Pochi giorni dopo l’entrata in campo dell’ospedale, il direttore del reparto di Medicina Nicola Mumoli, aveva tuonato richiamando l’attenzione sui dispositivi di sicurezza all’interno della struttura e la necessità di effettuare tamponi per il personale sanitario. Richiesta accolta e strada che sembra esser stata intrapresa in tutta la Lombardia. Così come sembra esser stata ritrovata la voglia di sfruttare le potenzialità delle strutture già esistenti.