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La ricetta del generale Tosetti: "Legnano è godibile, nell'ex caserma spazio allo sport"

Il generale ripercorre la sua carriera e parla della città di un tempo e di oggi: "Bella, vivibile, è migliorata nel tempo anche se ha i suoi problemi con la crisi: una città di media dimensione dove non ci sono gli aspetti negativi della metropoli e nemmeno le limitazioni di un piccolo paese." di Luca Di Falco

Generale Bruno Tosetti

Legnano, 7 settembre 2014 - Con i suoi 90 anni la città Legnano è ancora simbolo dell’unità nazionale e di valori quali quelli della convivenza civile e della pace. Allora chi meglio del generale Bruno Tosetti, presidente onorario di Associarma e cittadino legnanese  benemerito dal 5 novembre 2005, può guidarci in una riflessione su questo importante anniversario. 

Legnano ricevette il titolo di città grazie al suo glorioso passato, a quella battaglia del 1176 contro il Barbarossa scelta come simbolo di unità e indipendenza dal RisorgimentoOggi ha ancora senso quella valenza?

«Sì e senza dubbio l’aver storicamente ospitato la battaglia del 29 maggio 1176 ha esercitato una forte valenza per la concessione dall’allora monarchia di questo titolo. Non dimentichiamoci poi che quella storica data ha fatto sì che la città di Legnano, assieme a Roma capitale, fosse l’unica citata nell’Inno nazionale. Il Guerriero è stato un simbolo sulle divise delle Forze Armate, specificatamente della Divisione Legnano, poi Brigata Legnano, dove sono stato anche vicecomandante. Sulla spalla sinistra dell’uniforme era cucito il simbolo del Guerriero».

Da quando vive a Legnano e come mai questa scelta?

«Dagli anni Ottanta. Le figlie avevano avviato qui il loro percorso scolastico . Finita la carriera militare, visto che come famiglia avevamo stretto anche un buon numero di amicizie, abbiamo deciso di restare. Legnano è poi vicina a Milano, ai laghi, all’aeroporto: insomma la posizione è strategica. Qui si sta bene».

Come trova la città?

«Bella, vivibile, è migliorata nel tempo anche se ha i suoi problemi con la crisi: una città di media dimensione dove non ci sono gli aspetti negativi della metropoli e nemmeno le limitazioni di un piccolo paese. Definirei Legnano una città a misura d’uomo».

Come presidente di un’associazione che raduna quelle d’arma  come giudica la vita sociale e culturale legnanese?

«Mi pare una città vivace, aperta, con una buona vita associativa. Noi di Associarma in particolare raggruppiamo 16 sezioni per quasi 2000 iscritti: il nostro è un volontariato in difesa dei principi patriottici, del Tricolore, delle tradizioni delle Forze Armate, anche se oggi non c’è più la leva».

E i giovani legnanesi come si rapportano alle associazioni come le vostre? 

«Non c’è quell’afflato di un tempo, però c’è rispetto e anche interesse a conoscere la storia. Alle nostre associazioni ci si può anche avvicinare come amici, anche se non si è fatto il servizio militare».

La caserma Cadorna è uno dei simboli più cari della città, purtroppo oggi una delle tante aree dismesse… 

«E’ stato un simbolo e lo è ancora. Ha 81 anni di vita, è stata operativa per 69 anni, è purtroppo dismessa dal 2002: dal 20° Battaglione Pentimalli dei carristi al 2° Governolo dei bersaglieri, insignito della benemerenza civica nel 1985 - solo per citare alcuni reparti - questa caserma è sempre rimasta legata ai destini della città, ne era una parte vitale, ed ha rappresentato anche occasioni di sviluppo economico, con la presenza dei militari».

Cosa le piacerebbe che ospitasse in futuro?

«Magari una bella cittadella dello sport. Sotto il profilo della sicurezza è invece meglio che i vari comandi delle forze delle ordine siano ben distribuiti sul territorio come lo sono ora».

Se dovesse invece indicare delle eccellenze legnanesi? 

«La sanità è un fiore all’occhiello, così pure una manifestazione come il Palio». Cosa augura ai legnanesi per questo 90°? «Di essere sempre ottimisti».

di Luca Di Falco