REDAZIONE LEGNANO

Il terreno è di loro proprietà: ma non ci possono vivere

Il sindaco di Villa Cortese espelle una famiglia: quel campo è agricolo. E loro ora rischiano di diventare "nomadi per sfratto" di Davide Gervasi

Grazia vive da 20 anni nel suo campo: ma ora il sindaco vuole sfrattarla (StudioSally)

Villa Cortese (Milano), 7 marzo 2015 - Vive in quell’angolo nascosto da 19 anni. Su uno spicchio di terra a uso agricolo. Dorme e cucina dentro una roulotte. Ha l’acqua e un servizio igienico, esterno. Manca però attualmente qualsiasi fornitura elettrica. Per Grazia, 42 anni originaria della Bosnia e scappata dalla guerra fratricida dell’ex Jugoslavia, sono questi giorni di profonda angoscia. Di disperazione. Il sindaco di Villa Cortese Giovanni Alborghetti l’ha convocata e le ha lanciato un ultimatum: «Devi andartene. Quel terreno è destinato alla coltivazione e non è idoneo per abitarci. Le regole valgono per tutti ed io sono chiamato a farle rispettare. Settimana prossima scatterà l’intervento delle ruspe per lo sgombero».

Parole che per questa donna – madre di quattro figli minorenni, nati tutti in Italia e due dei quali vivono con lei – sono suonate come una condanna a morte: «Ma noi adesso dove andiamo? Ci cacciano, ma questa è la nostra casa e noi siamo abituati a vivere qui». Il fazzoletto di terra in cui vivono è di proprietà del suo compagno (è il padre dei suoi figli e ha cittadinanza italiana, ma è sparito da un mese) e si estende tra la rotonda di Villa Cortese e la via Bandiera a Busto Garolfo. Lo si raggiunge attraverso un sentiero. «Fu mio padre ad acquistarlo vent’anni fa, ma lo fece intestare al mio compagno perché era l’unico ad essere in regola con i documenti – racconta la donna mentre con la paura stampata in viso stringe sulle spalle il suo scialletto di lana –. Quando quatto anni fa mio padre (ora sepolto nel cimitero di Villa Cortese, ndr) è morto, è mancata la figura di riferimento in famiglia. E da allora ci è successo di tutto. Ora il mio compagno è sparito e non vorrei che avesse trovato un accordo con il Comune, proponendogli il terreno su cui abitiamo».

Ma il sindaco smentisce una simile ipotesi: «Nulla di tutto questo. Semplicemente non possiamo più tollerare queste condizioni di vita. Quello è un terreno agricolo e non ci si può abitare. Ecco il motivo dello sgombero imminente». Da qui appunto la paura di questa gente di rimanere senza un posto dove andare. Il rischio infatti ora è che diventino “nomadi per sfratto”. Oltre a Grazia qui vive anche la figlia Laura, che frequenta la terza media a Busto Garolfo il figlio Nino, 16 anni e la sua compagna incinta di 19 anni. 

di Davide Gervasi