Nutrie inferocite all'attacco: feriscono un cane e aggrediscono il padrone

L’attacco è avvenuto nelle campagne che circondano Abbiategrasso, nei pressi di Albairate: "Fortuna che avevo un bastone e sono riuscito a cacciarla" di Michele Azzimonti

Un cane aggredito dalle nutrie (StudioSally)

Un cane aggredito dalle nutrie (StudioSally)

Abbiategrasso (Milano), 3 aprile 2015 - «Non volevo crederci. Dopo aver ferito uno dei miei cani, la nutria stava attaccando anche me». Piero N. ha ancora negli occhi i denti aguzzi e lo sguardo feroce dell’animale che pochi giorni fa ha tentato di aggredirlo. Un caso singolare e inquietante. Per quel che si sa, è la prima volta che una nutria tenta di attaccare un essere umano. «So che le nutrie sono animali pericolosi e che non scappano quando vengono attaccate dai cani - racconta Piero -. Anzi, reagiscono. Mai però avrei pensato che avessero anche il coraggio di attaccare l’uomo».

L’attacco è avvenuto nelle campagne che circondano Abbiategrasso, nei pressi di Albairate. Piero sta passeggiando in un tratto di campagna aperta, con lunghe distese di campi incolti e pochi alberi: «All’improvviso uno dei due cani punta una nutria vicino a un fosso. L’animale, che è grande come un castoro e ha quasi le sue stesse caratteristiche fisiche, anziché fuggire reagisce. Appena il mio cane si avvicina, la nutria si gira e lo aggredisce. È un attimo. Il cane viene morso a un labbro e fugge, col sangue che gli cola copiosamente dalla ferita». Sembra finita, invece subito dopo l’altro cane si para a difesa del compagno e tenta a sua volta di assalire la nutria. Ma il fischio del padrone lo richiama per allontanarlo dal pericolo. La nutria però non abbandona il campo. Per difendersi, Piero ha solo quella canna di bambù e la punta contro la nutria. Ma l’animale non cede e avanza ostile e minaccioso verso di lui, mostrandogli i denti ed emettendo suoni cupi simili a brontolii. «Sono riuscito a fermarla prima che mi balzasse addosso – racconta Piero –. L’ho tramortita con due colpi di bastone facendola crollare a terra».

di Michele Azzimonti