CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Legnano, un milione di Iva evasa: 14 arresti, 28 indagati

La Guardia di finanza e la Direzione distrettuale antimafia smantellano una finta società specializzata nello smaltimento di rifiuti

A effettuare gli arresti la Gdf legnanese (foto scattata prima dell’emergenza Covid)

Legnano (Milano), 3 luglio 2020 - Quattordici persone arrestate con l’accusa di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, frode fiscale, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di denaro. Ieri mattina la Guardia di Finanza di Legnano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale e di sequestro preventivo, per un valore di oltre 15 milioni di euro, nei confronti di 28 persone.

Una indagine complessa che le Fiamme Gialle hanno svolto sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Milano a seguito di evidenze emerse nel corso di una verifica fiscale nei confronti di una società operante nel commercio di rottami ferrosi e risultata essere evasore totale dal 2011. In realtà un’attività di copertura per quello che era il vero e lucroso business: gli illeciti di natura fiscale. Rottami che erano diventati, "una miniera d’oro": questo diceva in un’intercettazione telefonica Maurizio Assanelli, il titolare di una ditta di autotrasporti della Bergamasca, che per la terza volta è finito in manette. La prima nell’ambito delle indagini scattate dopo il maxi rogo di via Chiasserini nel 2018 a Milano, e l’altra in un’inchiesta scaturita dall’incendio dei capannoni di Corteolona, nel Pavese. Al centro delle indagini c’è la società di Vimodrone Sidafer che, secondo l’ipotesi investigativa, lavorava effettivamente i rifiuti metallici ma in minima parte. L’attività investigativa ha permesso di scovare un traffico illecito di rottami ferrosi di circa 74mila tonnellate, ma che è risultato inesistente e falsamente documentato con formulari, documenti di trasporto e pesate. La Guardia di Finanza lo ha accertato con videoriprese effettuate all’ingresso e all’interno del principale centro di raccolta del rottame ferroso, collocato in una zona periferica di Legnano. I camion che arrivavano erano vuoti: i conducenti fingevano di scaricare materiale, che però era inesistente. Il poco che arrivava era "senza tracciabilità" e con compravendite effettuate "in nero".

Le Fiamme Gialle hanno accertato l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 56milioni di euro e Iva evasa per un milione e 184mila euro. Indagini che hanno poi riguardato una quarantina di siti operanti nel settore del riciclo dei rifiuti, molte delle quali sono risultate esclusivamente delle cartiere con una bassissima operatività. Fra gli arrestati – domiciliati oltre che a Legnano, a Vanzaghello, Buscate, Inveruno, Arconate e Vimodrone – anche un commercialista di Cuggiono, sottoposto adesso agli arresti domiciliari. La Finanza ha poi sequestrato 15 immobili e relative pertinenze, quattro complessi aziendali, sei veicoli, le quote societarie di nove aziende ed oltre 50 tra conti correnti e depositi finanziari per un totale di 15.422.850 euro. I finanzieri hanno poi messo i sigilli ad alcune ville del Milanese e del Varesotto, come a Fagnano Olona, e ad altri appartamenti situati in località turistiche della Sardegna, come Arzachena e San Teodoro. Tutto aggravato dall’aver commesso i fatti a mezzo di un’organizzazione criminale transnazionale operante in Lombardia, Ungheria, Croazia.

Nell’inchiesta del pubblico ministero Bruna Albertini, nella quale è emerso anche un grosso giro di fatture false, i soldi venivano fatti rientrare dall’Est Europa con gli “spalloni”. In sostanza i conti correnti su cui le somme arrivavano si trovavano in Croazia, Slovenia, Ungheria e Bosnia Erzegovina: una volta che il denaro veniva portato fuori dall’Italia, vi rientrava in contanti tramite persone che lo trasportavano in auto. Altri 25 soggetti sono indagati a vario titolo.