di Cristiana Mariani
Canegrate (Milano), 18 settembre 2014 - Lo avevano annunciato la scorsa settimana: «Se l’azienda non pagherà entro i prossimi giorni, potremmo decidere di far partire l’istanza di fallimento». La pazienza dei lavoratori della Ansor, azienda che realizza interruttori per auto e veicoli industriali, è ormai esaurita. Dopo mesi nei quali non ricevono lo stipendio, 16 dei 19 dipendenti totali dell’impresa di Canegrate hanno deciso, insieme ai rappresentanti sindacali, di presentare istanza fallimentare. Stipendi arretrati e contributi al fondo di categoria: questi sono gli ammanchi che i lavoratori lamentano ormai da tempo. «Anche perché, a quanto sappiamo, le commesse in azienda non mancano - afferma Massimiliano Preti della Fiom Cgil -. I lavoratori non possono tornare in azienda per concludere questi ordini sapendo che non saranno pagati». Nei prossimi giorni l’istanza di fallimento dovrebbe essere depositata in tribunale e a quel punto prenderebbe il via l’iter procedurale.
Intanto però i rappresentanti sindacali stanno coinvolgendo anche le istituzioni locali. «Abbiamo chiesto al sindaco di Canegrate la convocazione di un Consiglio comunale aperto per parlare di questa emergenza - spiega il sindacalista -, perché la situazione va affrontata. Quello occupazionale è un problema che riguarda l’intero territorio e che quindi deve essere discusso e affrontato anche dalle istituzioni». Intanto da domani i lavoratori della Ansor staranno in presidio permanente davanti ai cancelli di via Adige per manifestare anche attraverso un volantinaggio il loro dissenso a questa situazione. «L’obiettivo è anche quello di informare e sensibilizzare i cittadini di Canegrate su quanto sta accadendo in questa azienda che da decenni opera sul territorio» aggiunge Preti.
I vertici della Ansor, però, non ci stanno e replicano alla decisione di presentare istanza di fallimento da parte di 16 dipendenti. «Sarebbe da irresponsabili far chiudere un’azienda che attualmente ha commesse importanti e con prospettive di ripresa» affermano dai vertici aziendali, che nei giorni scorsi avevano affermato «la volontà dell’azienda, che riconosce e ha sempre riconosciuto i sacrifici fatti in questi anni difficili dai dipendenti e ha sempre cercato di venire incontro alle esigenze personali dei medesimi, è quella di cercare di ricomporre la vertenza in modo da poter garantire a tutti il posto di lavoro e condizioni di vita dignitose.