GABRIELE MORONI
Cronaca

Yana Malaiko, l’ultima notte e le chat dell’orrore: "Si preoccupava per l’ex e lui l’ha massacrata"

Mantova, battaglia in aula sulla premeditazione. La difesa spera nei video. L’affondo in Tribunale: "Stratan era violento con lei, l’aveva già picchiata". Poi il racconto della sera dell’omicidio: "Usando la scusa del cane l’ha raggirata"

Andrei Cojocaru, il fidanzato di Yana con il padre della giovane, e accanto la vittima Yana Malaiko

Andrei Cojocaru, il fidanzato di Yana con il padre della giovane, e accanto la vittima Yana Malaiko

Gli interrogativi legati a una telecamera nell’appartamento dove Yana Malaiko vive l’epilogo una vita di ventitré anni, la notte fra il 19 e il 20 gennaio di un anno fa, a Castiglione delle Stiviere. L’attacco a fondo dei difensori che in quella telecamera vedono una piccola leva per sollevare il macigno della premeditazione che condurrebbe all’ergastolo Dumitru Stratan, il moldavo di 35 anni, ex fidanzato di Yana, accusato di avere programmato ed attuato il suo omicidio. La difesa vorrebbe invece sostenere che l’omicidio non venne pianificato ma fu la conclusione di un violento litigio.

Le ultime ore di Yana

Ma la seconda udienza davanti alla Corte d’Assise di Mantova è vissuta soprattutto sulla lunga deposizione di Andrei Cojocaru, il trentenne di origine moldava, ultimo affetto della 23enne ucraina, testimone delle sue ultime ore di serenità e di vita. Sono due le telecamere collocate su un tavolo del soggiorno del grande condominio, il "grattacielo" in piazza Resistenza, dove Cristina, la sorella di Dumitru (in famiglia e per gli amici Dima) ospita Yana, che è anche dipendente del suo bar, dopo la rottura con il fratello. Una telecamera è nera, finta. È stata strappata dall’ascensore. Reca alcune impronte digitali, due appartengono a Stratan. L’altra telecamera è bianca e si è attivata quando entrano i carabinieri del Ris di Parma. Ha registrato anche l’audio, le voci? Interrogativo senza risposta e i legali di Stratan, Domenico Grande Aracri e Gregorio Viscomi, chiedono che venga acquisita la registrazione integrale. Andrei Cojocaru è preciso, composto, mentre fa la sua testimonianza. La sua conoscenza con Yana nasce nel bar di Cristina. Nel dicembre del 2022 un passaggio in auto e la confidenza che la ragazza gli fa di avere chiuso con il fidanzato, questa volta per sempre: non è più la persona che ha conosciuto e amato, è sempre fuori casa la notte, beve fino a ubriacarsi, a volte si assenta per settimane.

“Si preoccupava per l’uomo che l’avrebbe uccisa”

L’amicizia con Andrei si fa più profonda. Dopo Capodanno avrebbe avuto una sorta di ufficializzazione. All’inizio Dima non prende la cosa sul serio. Solo in seguito si convince che questa volta Yana è decisa. Quando un ristoratore informa Cristina Stratan che Yana è nel suo locale con il nuovo partner e lei lo riferisce al fratello, il moldavo va in collera. È la sera del 14 gennaio di un anno fa. Dumitru e Yana sono nel bar di Cristina. "Una collega di Yana – rievoca Andrei – è entrata a con la scusa di bere qualcosa. Ha colto una frase di Dima a Yana: se avesse avuto una relazione con un uomo che entrambi conoscevano l’avrebbe uccisa". Stratan era un violento. Lo era anche con Yana? "Una volta che lei aveva litigato con un’altra ragazza, lui l’aveva strattonata per i capelli. Un’altra volta era ubriaco, voleva salire in auto con delle ragazze, mentre lei cercava di trascinarlo via. Le aveva dato due schiaffi". Eppure, anche dopo la fine della loro storia, lei si preoccupa per Dumitru. "Aveva paura – riferisce Andrei – che lui si facesse del male, che arrivasse all’overdose o al suicidio. Continuava a dargli la possibilità di parlarle. Voleva che si convincesse che la vita andava avanti. Voleva aiutarlo a superare la fase della loro separazione. Diceva che se avesse avuto bisogno, gli sarebbe rimasta vicina anche per tutta la vita". 

La sera degli inganni

La sera del 19 gennaio. La sera degli inganni. La notte del dramma. Yana e Andrei cenano in un ristorante a Lonato. Poi raggiungono l’abitazione del giovane. Attorno alla mezzanotte inizia lo stillicidio dei messaggi Whatsapp e delle telefonate di Dumitru a Yana. Ha con sé Bulka, il cagnolino della ragazza. Vuole riconsegnarlo ma a patto che si incontrino da Cristina, nel "grattacielo". "Per me – dice Yana – quel cane è come un figlio. Sono convinta che non abbia niente, ma voglio andare a vedere". Andrei l’accompagna e rincasa. Hanno uno scambio di chat mentre lei è in attesa di Dumitru. Bulka sta bene. Dima comunica che sta salendo le scale e sospetta che in casa ci sia anche Andrei. "Cerca di dormire, teso". È il saluto di Yana alle 1.30. È il suo addio alla vita.

La ricostruzione dei carabinieri

Ha deposto in aula il capitano Claudio Zanon, comandante del nucleo informativo dei carabinieri di Mantova, che ha ripercorso a ritroso la successione delle ore convulse del 20 gennaio 2023, iniziate alle due del pomeriggio, quando dai militari di Castiglione delle Stiviere arriva una chiamata: Cristina Stratan ha riferito di avere ricevuto dal fratello Dumitru la confidenza-confessione che ha ucciso Yana Malaiko nel corso di un alterco. Quando i carabinieri lo ascoltano, Stratan oppone tutt'altra versione: è stato un equivoco, non ha ucciso Yana, il suo era un parlare per metafora. Nelle campagne di Castiglione, alla località Valle, viene ritrovata la Fiat 500 di Stratan. Accanto ci sono segni di pneumatici: sono quelli lasciati dalla Mercedes SLK (di proprietà della madre ma in uso a Dumitru) che è andata a impantanarsi. E' stata notata già alle 9.30, poi alle 11.30 e alle 14.30 è stata vista allontanarsi. Attraverso le telecamere si verificano i passaggi delle due auto. La ricostruzione a posteriori sarà questo. Alla guida della Mercedes, con nel bagagliaio in corpo senza vita di Yana costretto dentro un trolley, Stratan era alla ricerca di un posto dove liberarsi del tragico fardello. Dopo essersi impantanato, è tornato a Castiglione con un passaggio, è salito sulla 500 ed è tornato alla località Valle per disincagliare la Mercedes. E' ripartito per nascondere il corpo, che verrà ritrovato solo undici giorni dopo. Per questo, oltre che di omicidio volontario aggravato, risponde di occultamento di cadavere. 

Le indagini al “grattacielo”

Le indagini si spostano al "grattacielo" di piazzale Resistenza. Il sospetto è ormai certezza di essere di fronte a un omicidio. Si esaminano le immagini riprese dalle due telecamere del palazzo e da quella di un negozio in viale Europa, a lato del "grattacielo". Stratan è entrato nel grande condominio alle 23.58. Alle 0.31 viene inquadrato mentre scende a piedi portando un pc, con accanto il cagnolino Bulka. Esce dalla porta principale. Alle 1.30 viene fissato il rientro di Yana. Alle 2.10 Dumitru entra dalla porta principale, sale gli scalini, si dirige all'ascensore dove entra dopo avere atteso per 3 minuti. Alle 5.12 esce dall'ascensore ma prima si è affacciato come per sincerarsi di non essere visto. Trascina un involucro che trasporta nel cortile interno, dove si trovano i garage. Alle 7.53-54 la Mercedes percorre viale Europa ed entra nel cortile. Stratan compie alcune operazioni attorno al bagagliaio, andando avanti e indietro. Alle 7.56 la vettura riparte transitando dal passo carraio. Gli investigatori entrarono nell'appartamento. In una delle camere, il letto è privo di lenzuola e copriletto. La parte inferiore è coperta da un lenzuolo che viene sollevato.

Le tracce di sangue

Ci sono due tracce. Reagiscono al Combur Test, che rivela presenza di emoglobina: è sangue. Positiva al test anche un'altra macchia sulla testiera. La seconda camera appare in ordine, ma sul letto sono deposti due giacconi, uno dei quali intriso di fango. In un sacco nero della spazzatura sono stati gettati degli asciugamani con tracce di sangue. Fra le altre testimonianze quella di una giovane moldava che oggi ha ventisette anni. Ne aveva diciannove quando, da maggio a settembre del 2016, era stata fidanzata con Dumitru Stratan. "Eravamo - racconta - in vacanza in Moldavia. Una sera è uscito con degli amici. E' tornato ubriaco. Mi ha trascinato in camera e dopo avermi bloccato le braccia con le ginocchia mi ha colpito con pugni alla testa. Si ubriacava quasi tutte le sere".