
Anche Legnano si prepara Trenta mamme e bambini saranno accolti in città
di Paolo Girotti
Trenta nuovi posti destinati all’accoglienza dei migranti provenienti dai Paesi africani e che verranno reperiti grazie a un ampliamento del Cas, nell’area della nuova sede della Cri di Legnano, in viale Cadorna. La Giunta di Legnano, infatti, ha approvato questa settimana le linee di indirizzo per l’ampliamento della rete territoriale di accoglienza straordinaria, rispondendo così alla richiesta avanzata dalla Prefettura di Milano a tutti i sindaci di incrementare i posti messi a disposizione per le persone richiedenti protezione internazionale alla luce dell’eccezionale aumento dei flussi di persone migranti in ingresso Italia attraverso le rotte del Mediterraneo. L’amministrazione ha individuato in città un solo spazio adeguato all’ampliamento temporaneo del Cas, il Centro di accoglienza straordinaria: si tratta del cortile della nuova sede della Croce Rossa Italiana – sezione di Legnano in viale Cadorna.
La stessa Croce Rossa attualmente gestisce il centro di accoglienza dove sono già ospitati 25 profughi, madri e bambini per lo più provenienti da Stati Africani, e sempre a madri e bambini saranno dedicati anche i nuovi spazi. In una porzione del cortile saranno posizionati i moduli abitativi temporanei per una trentina di persone e due moduli per le attività di supporto. Le spese previste per il noleggio dei moduli abitativi, che arriveranno a Legnano entro la prima metà di settembre, saranno rimborsate interamente dal Ministero dell’Interno.
"Legnano farà responsabilmente la sua parte per garantire l’accoglienza di persone costrette a lasciare i propri Paesi in cerca di condizioni di vita migliori e più sicure – ha detto a proposito il sindaco Lorenzo Radice . Confermiamo quell’impegno di cui Legnano ha dato già prova in passato accogliendo e poi integrando, senza problemi, fra il 2014 e il 2016, i profughi provenienti da alcuni Paesi Africani e dal Pakistan e, più recentemente, i fuggiaschi dall’Afghanistan dei talebani e gli Ucraini. Lo facciamo forti di un modello di accoglienza che, sulla base dell’esperienza in corso, si è dimostrato attento alle necessità dei richiedenti asilo e, nel contempo, sostenibile per il suo impatto sul territorio perché lavora su piccoli gruppi".