Amnesty International, associazione pro diritti umani che si oppone alle esecuzioni capitali ritenute crudeli

Il gruppo nato nel 1961 in Portogallo mantiene viva l’attenzione su questo problema.

L’argomento della pena di morte ha riempito le nostre menti di domande bisognose di risposte concrete. Le abbiamo ricercate durante un incontro con la sig.ra Marinella Bistoni e la dott.ssa Valentina Grassi rispettivamente capogruppo e tesoriere del Gruppo 296 Amnesty International Varese. L’associazione, da sempre attiva sul tema dei diritti umani, si oppone incondizionatamente alla pena di morte, ritenendola una punizione crudele, disumana e degradante ormai superata, abolita nella legge o nella pratica, da più di due terzi dei paesi nel mondo.

Quando e perché è nata Amnesty International?

"L’associazione nasce nel 1961 in Portogallo in seguito all’arresto di due studenti che, dopo una festa, erano stati condannati a morte. Peter Benenson cattura l’attenzione pubblica e raccoglie consensi a loro difesa che aumentano in maniera esponenziale fino alla creazione di un vero e proprio movimento associato".

Tutti i condannati a morte hanno le stesse possibilità di difendersi?

"No, spesso ciò non accade. I condannati con scarse possibilità economiche difficilmente hanno modo di poter essere difesi in maniera adeguata da professionisti del settore. Troppe volte l’impossibilità di pagare impedisce che le loro voci vengano ascoltate come sarebbe doveroso fare".