Troppo pochi utenti. Per questo motivo dal 14 agosto chiuderà il Punto di primo intervento all’ospedale Cantù, ovvero quello che si è enfaticamente definito Pronto soccorso notturno. Un servizio che ha avuto davvero una vita breve. Era stato attivato, dopo anni di polemiche, raccolte di firme (ben 11mila tra i residenti), petizioni e manifestazioni davanti alla sede della Regione, il 14 novembre dello scorso anno. Gestito dai sanitari di una cooperativa esterna all’Asst, era attivo dalle 20 alle 8 del mattino successivo.
In questi nove mesi ha registrato, mediamente, una scarsa affluenza, solo 1,5 pazienti per notte. A fronte di una spesa di 50 mila euro al mese. Numeri oggettivamente difficili da sostenere a dimostrazione della necessità di questo presidio di pronto intervento attivo nelle 24 ore. Anche perché l’Asst dispone già di due Dea (dipartimenti di emergenza) a Legnano e nella vicina Magenta.
Il Pronto soccorso del Cantù era stato chiuso negli orari serali nel dicembre 2016, con l’attuazione della riforma regionale del settore, in considerazione del fatto che lo stesso ospedale, negli anni, è stato ridimensionato in termini di divisioni e di personale. "Nonostante siano stati spesi 30 milioni di euro negli ultimi anni" hanno sempre sostenuto i sindaci della zona.
La riapertura del Pronto soccorso in orario notturno era stato un cavallo di battaglia del centrodestra alle ultime elezioni Amministrative e Regionali, tanto che alla notizia dell’attivazione del Punto di primo intervento in molti – consiglieri regionali e non – si erano detti soddisfatti della decisione. Lo stesso sindaco Cesare Nai aveva affermato in campagna elettorale che la sua ricandidatura era legata strettamente alla notizia avuta dalla Regione proprio in merito alla riapertura del Pronto Soccorso.
Lo stesso sindaco nei giorni scorsi in Consiglio comunale aveva preannunciato la chiusura affermando che le leggi vigenti rendono "difficile ipotizzare la prosecuzione del servizio". Proprio a seguito della discussione in Consiglio, il Comitato Intercomunale che segue le vicende dell’ospedale ha chiesto ai sindaci dell’Abbiatense e alle forze politiche di rinnovare le richieste per un nuovo Pronto Soccorso al Cantù. "Senza un Pronto soccorso non si gestisce l’emergenza-urgenza, non si garantiscono i reparti, non si ricovera. Non è un caso - affermano - che il depotenziamento del Cantù sia iniziato con la chiusura del Pronto soccorso".