Lecco – «Bambino di terza elementare», «scrive post per il piacere di scatenare polemiche e così sentirsi di avere un senso», «la sua esistenza sarà più utile...», «se ha delle fatiche se ne prenda cura» e altri post dello stesso tenore. In pratica l’assessora anti-cyberbulli di Lecco che si è trasformata in bulla della rete (nascosta dietro un nickname) gli ha dato del disabile intellettivo, del frustrato, del disadattato e del mentalmente instabile. Vittima dell’attacco social di Alessandra Durante-Membroanonimo582, assessora di 41 anni a Famiglia, Giovani e Comunicazione del Comune di Lecco, è stato suo malgrado Paolo Trezzi, privato cittadino di 55 anni con trascorsi di militanza nella sinistra e nell’associazionismo antimafia. La sua colpa? Esprimere critiche a sindaco e assessori di Lecco, come in generale a tutti i politici lecchesi dalla pagina Facebook “Sei di Lecco se 2.0“, di cui è uno degli amministratori.
«Mi spiace – spiega Trezzi – del polverone in cui si è andata ad infilare, ma ritengo abbia fatto bene a rassegnare le dimissioni, sia per i toni che ha utilizzato, sia perché si è nascosta dietro l’anonimato, non sapendo, tra l’altro, lei che dovrebbe essere esperta di social, che gli amministratori di una pagina Facebook possono vedere il nome di un utente anonimo. Peccato solo che il sindaco Mauro Gattinoni le abbia congelate. Avrebbe dovuto accettarle subito. Così sembra che si siano accordati per fare solo scena in attesa che passi la buriana».

Uno scivolone in piena regola quello che ha coinvolto l’assessora-hater, che ironia della sorte solo qualche giorno fa aveva lanciato i patti educativi digitali per un corretto utilizzo della rete a Lecco. «Primo perché ha perso la testa per un post su tre piastrelle rotte che non sono materia di sua competenza – spiega ancora –. Secondo, perché si è scusata con reel su Instagram visibile per 24 ore appena e non su Facebook. E poi perché, da quello che ha scritto, si capisce chiaramente che voleva attaccare me per alcuni miei post precedenti, mentre in realtà ha sbagliato persona e ha risposto a un altro utente». Si tratta di Paolo Rusconi, lecchese di 60anni tra i membri più attivi del gruppo: è stato lui a pubblicare le foto delle tre piastrelle rotte che hanno scatenato la reazione di ’Membroanonimo582’.
«Se avesse risposto con toni accesi mettendoci però la faccia, sarebbe stato diverso – prosegue –. Che si sia nascosta dietro l’anonimato nonostante il suo ruolo istituzionale è invece inaccettabile. Per questo il sindaco dovrebbe accettare le sue dimissioni, anche per non vanificare la sua giusta scelta di non ricoprire più alcun ruolo pubblico, almeno fino alle prossime elezioni comunali». Già, perché a Lecco la prossima primavera si vota e ogni decisione, ogni dichiarazione, ogni polemica, ormai è in funzione della lunga campagna elettorale ormai già palesemente in marcia. Il sindaco Gattinoni ieri ha preferito non commentare ulteriormente la notizia, in attesa di decidere sulle dimissioni della “sua“ assessora.