
Protesta del Coordinamento "No rifiuti"
Valmadrera, 20 ottobre 2018 - Uno studio indipendente sulle conseguenze dell’inceneritore di Valmadrera e del progetto di teleriscaldamento. Non solo lo chiedono, ma se lo pagheranno anche di tasca propria attraverso una raccolta fondi gli ambientalisti e gli attivisti schierati contro il termovalorizzatore di Silea, la Spa municipalizzata per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in provincia di Lecco. A lanciare il crowdfunding è Barbara Nasatti, presidente del Coordinamento lecchese Rifiuti Zero, a cui aderiscono i volontari di molte associazioni, tra cui il Circolo ambiente Ilaria Alpi, Wwf di Lecco, il Comitato Prealpino di Cittadinanza Aattiva, L’Altra via, il gruppo Difesa natura di Suello, Qui Lecco Libera, Monte di Brianza , Rete Donne Brianza, Arci di Civate, Comitato lecchese Acqua Pubblica, La Foglia, il gruppo Valle della Nava di Casatenovo, Mani Tese di Bulciago e i cittadini del gruppo No al teleriscaldamento – Spegniamo il forno inceneritore di Valmadrera. Dei rappresentanti istituzionali infatti non si fidano più. «Nonostante le promesse sul blocco di nuovi investimenti previsti per la realizzazione del teleriscaldamento in attesa dell’esito di uno studio epidemiologico che consentirà di valutare la situazione sanitaria della popolazione residente nella zona di ricaduta fumi, la chiusura del forno è già stata trasformata in riconversione ed è slittata dal 2029 al 2032», denuncia la portavoce del coordinamento Rifiuti Zero.
Una ricerca ha già inoltre evidenziato un aumento dei tumori al fegato e alla pleura tra i 100mila che abitano tra Valmadrera, Annone, Civate, Galbiate, Lecco, Malgrate e Suello, cioè nell’area di maggior ricaduta delle emissioni dell’inceneritore, eppure dai fautori del teleriscaldamento sostengono che non c’è correlazione con l’impianto di Valmadrera.