
L'inceneritore di Valmadrera
Valmadrera (Lecco), 6 marzo 2015 - «Cari sindaci pensateci bene a dire sì al progetto di teleriscaldamento alimentato a rifiuti indifferenziati». Troppo alti i rischi secondo il Coordinamento lecchese Rifiuti zero, una sigla che raggruppa una decina di associazioni del territorio lecchese e comasco, che ora si rivolge direttamente ai sindaci dei Comuni che fanno parte dell’assemblea dei soci di Silea, la Spa che ha ottenuto l’autorizzazione regionale per l’utilizzo del proprio forno inceneritore al massimo carico termico e al progetto di teleriscaldamento. Nei prossimi mesi i primi cittadini del territorio saranno chiamati a votare e il Coordinamento fa il punto su quello che potrebbe accadere: «Silea inceneriva con il forno, fino alla recente autorizzazione, 87.000 tonnellate all’anno. Tale quantitativo è già cresciuto nel 2014 a 93.000 tonnellate e da quest’anno crescerà ulteriormente.
E’ ipotizzabile che si supereranno le 110.000 tonnellate annue considerando il carico termico consentito dell’impianto: quasi il doppio del fabbisogno provinciale sopra indicato», spiegano. Secondo il progetto di Silea il teleriscaldamento alimentato dall’inceneritore favorirebbe una diminuzione dell’inquinamento. «Basta fare dei confronti sui dati delle emissioni delle caldaie a gas e su quelle del forno di Valmadrera: se si bruceranno rifiuti per generare il calore necessario, si avrà un emissione in massa pari ad almeno due volte per i principali inquinanti e, cosa ancor più preoccupante, 10 volte per la diossina. Il territorio circostante è da 30 anni gravato da un forte carico inquinante, cosa che tutti i sindaci della Provincia, non solo quelli dei Comuni interessati, dovrebbero tenere in considerazione».
Troppo alti i rischi per salute, troppe incognite, anche a livello economico, si nascondono dietro al progetto del teleriscaldamento secondo il Coordinamento: «Riteniamo che sia giunto il momento di pensare a soluzioni diverse dal forno inceneritore innescando un percorso condiviso che porti, nel giro di qualche anno, alla sua dismissione. Chiediamo che si cominci ad attuare la raccolta adottando la “Tariffa puntuale” - scrivono le associazioni nella lettera rivolta ai sindaci ai quali chiedono di essere promotori di questa trasformazione dicendo “no“ al progetto di teleriscaldamento - Ciò significa far pagare la tassa per la raccolta dei rifiuti ai nuclei familiari in proporzione alla propria produzione di rifiuti indifferenziati. Fino a che le persone non pagheranno economicamente i propri comportamenti non virtuosi la raccolta differenziata non potrà crescere ulteriormente. Tale tariffazione puntuale è già sperimentata dai cittadini di comuni vicini come Seveso, Lissone, Bellusco dove la raccolta differenziata ha raggiunto l’80% con il relativo dimezzamento delle quantità indifferenziate. Chiediamo che i rifiuti residuali vengano sottoposti a pre-trattamento prima di essere scaricati nel forno».