REDAZIONE LECCO

Salvini nel manifesto funebre: “È morta l’empatia umana”. Bufera dopo il premio Italia-Israele

La provocazione a Oggiono dopo la premiazione del vicepremier “in concomitanza con l’ennesimo massacro a Gaza”. L’organizzatore: “Livello intimidatorio degli odiatori antisemiti”

Il manifesto funebre affisso nel comune di Oggiono, in provincia di Lecco

Il manifesto funebre affisso nel comune di Oggiono, in provincia di Lecco

Lecco – Un necrologio sarcastico che annuncia la morte dell’empatia umana e ritrae Matteo Salvini mentre riceve il premio Italia-Israele. È quanto apparso sui muri di Oggiono, comune lecchese, scatenando una nuova polemica politica legata alla controversa premiazione del 22 luglio scorso.

Il manifesto, che imita la grafica dei tradizionali annunci funebri, recita che il giorno della cerimonia “in concomitanza con l’ennesimo massacro a Gaza, presso la Camera dei deputati, veniva a mancare all’affetto dei suoi cari l’empatia umana, ved. Solidarietà”. La firma è emblematica: “i parenti e i familiari delle vittime del genocidio insieme all’umanità intera”.

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La denuncia arriva da Alessandro Bertoldi, direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, uno degli enti promotori del riconoscimento alla sua prima edizione. Bertoldi, che ha ricevuto segnalazione e foto del manifesto, annuncia possibili azioni legali: “Probabilmente denuncerò il fatto alla prefettura”.

Il premio assegnato al vicepremier leghista aveva già scatenato feroci proteste parlamentari. Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi-Sinistra contestarono duramente la scelta di Montecitorio come location per la cerimonia, mentre l’intergruppo sulla Palestina inviò una lettera di protesta al presidente della Camera Lorenzo Fontana.

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“Dopo il premio Italia-Israele che nulla aveva a che vedere con la guerra – commenta Bertoldi – Matteo Salvini e io ritratti sui tabelloni dei necrologi: questo è il livello sarcasticamente intimidatorio e becero a cui sono arrivati gli odiatori antisemiti nostrani”.

L’organizzatore non nasconde la preoccupazione per l’escalation: “Un sentimento che si sta acuendo, vediamo fino a che punto arriveranno. Certamente non arriverà la solidarietà di chi li ha ispirati politicamente”. Il caso riaccende il dibattito sulla strumentalizzazione politica del conflitto mediorientale e sui limiti della protesta, in un clima sempre più polarizzato che vede protagonisti tanto le istituzioni quanto la piazza.