Accoltellò un amico, e ieri una trentacinquenne lecchese ha patteggiato due anni e mezzo al termine nell’udienza preliminare che si è tenuta davanti al giudice Salvatore Catalano. I fatti risalgono alla notte tra il 30 e il 31 marzo dello scorso anno quando, durante una lite per futili motivi, Melissa Dima ferì con un coltello da cucina un cinquantenne col quale aveva avuto una relazione.
Il cinquantenne riportò una profonda ferita al torace, e al braccio sinistro. Venne ricoverato all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco in gravissime condizioni e dimesso dopo un mese e mezzo. I carabinieri della Stazione di Brivio, coordinati dal Pubblico ministero Chiara Di Francesco, in un’indagine lampo ricostruirono i fatti. La giovane, incensurata, venne arrestata dai militari dell’Arma con l’accusa di tentato omicidio e tornò in libertà dopo qualche mese. La donna, secondo quanto accertato dai carabinieri e illustrato dal Pm Chiara Di Francesco nel corso dell’udienza preliminare, si sarebbe incontrata con il cinquantenne in una casa popolare di Brivio e dopo la discussione la donna si recò in cucina, prese un coltello e sferrò all’indirizzo del 50enne alcuni fendenti.
A distanza di poco più di un anno la Procura del capoluogo lariano ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio della donna. Il difensore di Melissa Dima, l’avvocato Elena Ammannato, ha proposto di patteggiare e con la Procura ha trovato l’accordo su una pena di due anni e mezzo, mentre la vittima, assistita dall’avvocato lecchese Richard Martini, si è costituita parte civile.
Al termine dell’udienza, e dopo una breve camera di consiglio, il giudice Salvatore Catalano ha accolto la proposta di patteggiamento a 2 anni e mezzo di reclusione. Il giudice ha riconosciuto, oltre alle attenuanti generiche, la provocazione. Ora si attendono le motivazioni e l’eventuale definizione del risarcimento in sede civile.