Un po’ di sole al Bassone Grazie al crowdfunding per i detenuti c’è un percorso vita

Il direttore: progetto importante per la salute fisica e psichica

Un po’ di sole al Bassone  Grazie al crowdfunding  per i detenuti   c’è un percorso vita

Un po’ di sole al Bassone Grazie al crowdfunding per i detenuti c’è un percorso vita

di Paola Pioppi

All’interno della casa circondariale Bassone, è stato inaugurato ieri un percorso vita, realizzato grazie a una iniziativa di crowdfunding alla quale hanno contribuito privati cittadini, imprese e un gruppo bancario.

"È un progetto importante per la salute fisica e psichica all’interno del carcere – ha detto il direttore del Bassone, Fabrizio Rinaldi - che fornisce un’alternativa al calcio per chi vuole fare sport all’aperto". Un concetto ribadito da uno dei detenuti che hanno partecipato alla progettazione delle postazioni ginniche, che sfilano lungo il bordo del campo di calcio per consentire allenamenti a corpo libero: "Attività come questa – ha detto – sono utili per abbandonare i pensieri e la malinconia della carcerazione". Il percorso è stato coordinato dal Centro di servizio per il volontariato dell’Insubria, all’interno del progetto "Como: una città unita dentro e fuori il carcere". Attualmente il Bassone ospita circa 350 detenuti, di cui il 10 per cento donne. "Il Csv ha sottolineato il direttore – sta creando una rete attorno al carcere, che è molto importante per contribuire al buon andamento". In tre mesi, nel 2021, sono stati raccolti 150mila euro, che hanno consentito di realizzare il "percorso vita" per permettere ai detenuti di svolgere attività fisica, aggregazione e socializzazione.

Più in generale, il progetto "Como: una città unita dentro e fuori il carcere", che ha coinvolto 60 persone tra detenuti ed ex detenuti, 44 cittadini e 20 associazioni, ha l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale e lavorativa degli ospiti della casa circondariale comasca nei 12 mesi successivi alla scarcerazione, per prevenire la recidiva di reati e evitare il ritorno in situazioni di illegalità, una volta tornati in libertà. È stato quindi fatto un investimento sulla formazione di operatori volontari attraverso personale qualificato, e la realizzati di corsi di informatica, termoidraulica, aiuto cuoco, per camerieri e logistica.

Sono percorsi personalizzati di formazione e accompagnamento al mondo del lavoro per i detenuti, per rafforzare le competenze e capacità lavorative necessarie per un reinserimento occupazionale, con momenti di orientamento e la partecipazione a tirocini. Il progetto ha coinvolto 60 persone tra detenuti ed ex detenuti.