
I rilievi dei carabinieri in via dell'Eremo
Lecco, 8 febbraio 2023 – Non è più in carcere Umberto Antonello, il ferroviere in pensione di 86 anni che nella notte tra domenica e lunedì a Lecco ha ucciso a mani nude la moglie Antonia Vacchelli della stessa età.
Il trasferimento in comunità
Quest'oggi è stato trasferito dal carcere di Pescarenico, da dove era detenuto dall'altra mattina, in una comunità socio-educativa, Casa Abramo. A deciderlo è stato il gip Salvatore Catalano al termine dell'interrogatorio di garanzia. A chiedere e ottenere i domiliciliari è stato l'avvocato Richard Martini, il difensore dell'86enne, nonostante il pm incaricato del caso Pasquale Gaspare Esposito si sia opposto. Sia secondo il legale di fiducia, sia secondo il giudice per le indagini preliminari, la prigione non è un posto idoneo alle condizioni di fragilità e all'età dell'uxoricida.
L'interrogatorio
Durante l'interrogatorio di garanzia, Umberto ha nuovamente confessato di essere stato lui ad uccidere la moglie: l'ha strangolata, come del resto confermato anche dalle prime risultanze dell'autopsia. Ha raccontato di aver ucciso Antonia, con cui era sposato da quasi sessant'anni e di chi si è sempre occupato, solo perché l'amava, come gesto di pietà, poiché non riusciva più a sopportare di vederla soffrire a causa di lancinanti dolori alle ossa, specialmente alla schiena, che la tormentavano e non le consentivano nemmeno di alzarsi.
La perizia psichiatrica
Umberto verrà comunque sottoposto a una perizia psichiatrica. L'ha chiesta sempre il suo avvocato difensore per stabilire se nel momento in cui ha strangolato la sua Antonia fosse capace di intendere e volere o se abbia agito in preda ad un raptus. Intanto l'accusa per lui resta tuttavia quella di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela e dalla minorata difesa dalla vittima. Avrebbe cioè ucciso la moglie di proposito, consapevole di quanto stava commettendo, approfittando dell'impossibilità della moglie di difenderso.