PAOLA PIOPPI
Cronaca

Uccise la moglie per non vederla più soffrire. Condannato a 10 anni di carcere

Il delitto nel rione Germanedo. Esclusa la seminfermità mentale, il pensionato di 88 anni resterà ai domiciliari in una struttura assistenziale

Carabinieri in via dell'Eremo dove si è consumato l'omicidio

Carabinieri in via dell'Eremo dove si è consumato l'omicidio

Lecco, 7 marzo 2024 – Condannato a 10 anni di reclusione Umberto Antonello, il pensionato di 88 anni che la notte del 6 febbraio dello scorso anno, nel rione Germanedo di Lecco, ha ucciso la moglie, Antonietta Vacchelli, sua coetanea. La sentenza è stata letta ieri dalla Corte d’Assise di Como – presidente Valeria Costi, a latere Elisabetta De Benedetto – dopo l’esclusione della seminfermità mentale dell’uomo, come emerso da una perizia disposta in corso di processo.

Tuttavia i giudici, a fronte dei 14 anni chiesti dal pubblico ministero di Lecco Pasquale Gaspare Esposito, hanno ridotto al minimo la pena, escludendo l’aggravante della minorata difesa della vittima, e dichiarando prevalenti le attenuanti. L’omicidio era avvenuto nella camera da letto della loro abitazione.

La donna era stata strangolata, mettendo fine a un percorso di malattia e sofferenza fisica che da tempo le impedivano di essere autonoma. Il processo dibattimentale, con rito immediato, si è svolto a Como per due motivi: l’impossibilità per l’anziano imputato di accedere al rito abbreviato a causa delle aggravanti contestate e la mancanza della Corte d’Assise presso il Tribunale di Lecco.

Il difensore di Antonello, avvocato Richard Martini, aveva prodotto una consulenza di parte, secondo cui l’uomo non era in grado di intendere nel momento in cui aveva commesso il delitto. Superata poi dalla valutazione, di segno opposto, del perito nominato dalla Corte d’Assise. Erano inoltre stati ascoltati diversi testimoni, tra cui i figli della coppia, anche in merito alle condizioni di vita e di malattia della vittima.

Testimonianze integrate dalla parte tecnica: le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecco, la chiamata di soccorso e l’esito dell’autopsia che aveva confermato la morte per strangolamento. Ieri l’uomo, destinatario di una misura cautelare di arresti domiciliari in una struttura assistenziale, era presente in aula, visibilmente acciaccato da alcuni problemi fisici connessi all’età.