DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco, uccide la moglie per non vederla più soffrire: "Non dobbiamo giudicare"

L’invito del sindaco Mauro Gattinoni in merito al caso dell’ottantaseienne che ha ucciso la consorte malata. "Tutti possono sentirsi soli"

La palazzina dove è avvenuta la tragedia

La palazzina dove è avvenuta la tragedia

Lecco - "Nessuno può o deve permettersi di giudicare". Nemmeno se ha ucciso sua moglie. "Perché potrebbe capitare a ciascuno di noi, di sentirsi fragili o soli, di fronte alle difficoltà e alle curve storte della vita, che sorprendono in maniera improvvisa". È il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni a chiedere di non giudicare Umberto Antonello, l’86enne che, nella notte tra domenica e lunedì, ha strangolato a mani nude la moglie Antonia Vacchelli che aveva la sua stessa età e con cui era sposato da quasi mezzo secolo, perché non sopportava più di vederla soffrire senza riuscire a lenire il suo dolore.

Il primo cittadino invita semmai a "fermarci a riflettere per uscire dalla bolla del nostro individualismo", perché quello che accade agli altri riguarda tutti. Sono tanti infatti coloro che si trovano ad accudire un caro malato, anziano, oppure portatore di una grave disabilità o affetto da una cronicità irreversibile, proprio come Antonia: "Queste persone, potrebbero sentirsi sole, consumate nelle energie spese ogni giorno, oppure troppo modeste per superare il pudore di chiedere un aiuto", sebbene ci siano tanti volontari e operatori del terzo settore e di tante realtà del territorio che si impegnano ogni giorno per offrire una prospettiva di sollievo.

La stessa Antonia sembra avesse più volte confidato di non riuscire più ad andare avanti a causa dei lancinanti dolori alle ossa, soprattutto alla schiena, che l’avevo resa non più autosufficiente e l’avevano inchiodata al letto. Umberto invece era stanco e si sentiva impotente: "Stava affrontando un periodo di grandi fatiche e gravi sofferente che potrebbero averlo provato", ha spiegato il suo avvocato difensore Richard Martini.  Umberto e Antonia, nonostante la vicinanza concreta dei familiari, devono aver provato la stessa solitudine, lo stesso pudore, la stessa stanchezza che lo scorso ottobre a Osnago hanno spinto un papà di 80 anni ad accoltellare la figlia che soffriva di gravi disturbi per poi togliersi pure lui la vita. "Ecco allora che noi, le istituzioni, tutte insieme, la cui funzione è proprio quella di essere a servizio de cittadini, confermiamo il nostro impegno affinché il nostro posto sia proprio lì dove c’è un bisogno, perché il nostro mestiere è proprio quello di non lasciare indietro nessuno", assicura il sindaco.

Domani i funerali, alle 10,45 a Germanedo, di Antonietta Vacchelli.