“Mio marito travolto in bici da un’auto pirata ad Abbadia Lariana. Chi ha visto qualcosa chiami la polizia”

Dal 12 agosto Marco Locatelli è in prognosi riservata all’ospedale di Lecco. Il conducente non ha ancora un nome. La moglie, Giulia Arrigoni, chiede aiuto a chi possa contribuire a rintracciarlo

Il rendering della pista ciclopedonale fra Lecco e Abbadia: se tutto va bene, sarà pronta per il 2028

Il rendering della pista ciclopedonale fra Lecco e Abbadia: se tutto va bene, sarà pronta per il 2028

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Lecco, 20 agosto 2024 – Sta vivendo un doppio incubo, Giulia Arrigoni. Quello di avere il marito in prognosi riservata da due settimane, e quello di non sapere chi lo ha travolto con la macchina mentre percorreva in bicicletta la “galleria delle Betulle” sulla statale 36 fra Lecco e Abbadia Lariana. Oggi a distanza di diversi giorni da quel 12 agosto in cui è rimasto gravemente ferito Marco Locatelli, 63 anni, senza che il conducente che l’ha investito abbia un nome, la donna lancia un appello disperato: “Chiunque abbia visto qualcosa contatti la polizia Stradale – è la sua supplica –. Mio marito stava percorrendo la statale in direzione nord quando è stato sbalzato a terra. Urtato, stando a una testimonianza, da una macchina. Forse da una Punto grigia, che a seguito dell'impatto avrebbe anche perso uno specchietto laterale”. Il sessantenne, soccorso e ricoverato con otto costole rotte, si è poi aggravato all'ospedale di

Lecco dove è stato operato per la perforazione di un polmone, e  rimane sotto stretta osservazione clinica in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione del Manzoni.

La moglie, quel giorno, si trovava assieme al marito. Con la sua bici era rimasta però a qualche centinaio di metri di distanza. Non era quindi presente quando Locatelli veniva sbalzato sull’asfalto. Quando lo raggiungerà, lui è già a terra ferito e dolorante.

Una strada pericolosissima

Quel tratto di strada non è purtroppo nuovo a incidenti e polemiche. Fra Lecco e Abbadia i ciclisti sono costretti a percorrere un tratto di carreggiata di poco più di tre chilometri a stretto contatto con auto e camion. Così a stretto contatto da essere letteralmente sfiorati. Di alternative per ora non ce ne sono. Ovvero, ce n’è una progettata dal 2009 che, tipica vicenda all’italiana, non ha mai visto la luce. Una ciclopedonale riservata a bici e pedoni il cui appalto era partito nel 2010. Nel 2013 il cantiere era poi stato bloccato per riaprire nel febbraio 2016. Poi il nulla. Se n’è tornato a parlare per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. Sono stati stanziati 32 milioni di euro, ma la  cattiva notizia è che quella ciclabile non sarà pronta per quella data. Bisognerà aspettare (forse) ancora due anni. Se tutto va bene sarà possibile percorrerla nel 2028.