Lecco, frana sulla Statale 36: riaperta dopo 15 ore. Proteste: "Per le Olimpiadi 2026?"

In occasione dei Giochi invernali di Milano-Cortina, la Superstrada sarà una delle arterie fondamentali per garantire i collegamenti tra Milano e la Valtellina

Il traffico sulla statale 36

Il traffico sulla statale 36

Lecco, 14 agosto 2022 – Una domenica di passione sulla Statale 36 a Lecco. Oggi, si sono registrati gravi problemi di viabilità con lunghe code a causa della chiusura forzata della corsia nord della superstrada 36 Milano-Lecco-Valtellina. A rendere necessario il provvedimento è stata la caduta di una scarica di massi, nella notte tra sabato e domenica,  lungo il tracciato al confine tra i comuni di Lecco e Abbadia Lariana. Due auto, mentre passavano, sono rimaste danneggiate dopo essere finite contro il materiale riversatosi sulla carreggiata. Nessuno è rimasto ferito. La viabilità è stata riaperta alle 13 di domenica dopo uno stop di circa 15 ore e numerose proteste social.

Il post del sindaco

Il sindaco Mauro Gattinoni, aveva avvertito su Facebook i turisti delle difficoltà alla viabilità. "Si informa - si legge nel suo post social - che sulla strada statale 36 'del Lago di Como e dello Spluga' è provvisoriamente chiusa la carreggiata in direzione della Svizzera al km 56.000, in località Abbadia Lariana, a causa di una frana avvenuta nella notte. Il traffico è deviato lungo la SS36 'Raccordo Lecco-Valsassina' che risulta, pertanto, l'unico itinerario alternativo possibile. Sul posto sono presenti le squadre Anas e le Forze dell’Ordine per la gestione della viabilità e per ripristinare il prima possibile la circolazione. Si prevedono ripercussioni sul traffico anche in città: invito tutti a prestare la massima attenzione".

Proteste social

Immediate le proteste per la prolungata chiusura della SS 36, sia sotto il post del sindaco Gattinoni, sia sul gruppo Facebook “SS 36 dello Spluga, SP 72 e SS 340 Regina. Situazione in diretta”. Il pensiero degli utenti va subito ai Giochi invernali di Milano-Cortina 2026, quando la statale dello Spluga sarà una delle arterie fondamentali per garantire i collegamenti tra Milano e gli impianti sciistici in Valtellina. “Non hanno ancora capito che quel tratto è critico e va messo in sicurezza. Se non trovano una soluzione per le Olimpiadi, ne vedremo delle belle” si legge in un commento. E subito un altro: "Va a finire che il business sarà a Cortina e Milano. Altrove solo le briciole". C’è anche chi propone provocatoriamente di “mettere l’autovelox per i massi che cadono, per costringerli ad andare piano”. Chi fa ironia: "Ma volevate che a metà agosto la strada fosse libera pulita in sicurezza? Buona settimana di ferie. E chi è preoccupato: "Immaginate se un masso del genere fosse caduto su un motociclista di passaggio. Insomma, qualche controllo in più all'ambiente circostante la super non sarebbe guastato".

La riapertura

“Il tratto della statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, precedentemente chiuso al km 56,000 in direzione nord ad Abbadia Lariana,in provincia di Lecco, per la caduta di alcuni massi lungo la strada, è stato completamente riaperto al traffico confermano i dirigenti di Anas -. La chiusura si era resa necessaria per consentire le verifiche lungo il versante roccioso limitrofo al fine di garantire la messa in sicurezza e la pulizia dell’area e del tracciato sottostante". Una volta ripristinata normale viabilità, la situazione è tornata alla normalità. Durante la serrata gli automobilisti sono stati deviati sulla SS36 dir della Valsassina, cioè la nuova Lecco – Ballabio e poi sulla Sp 62, allungando il giro di parecchio.

La frana

Lo smottamento sulla 36 ha provocato una sorta di tsunami, che si è poi propagato su tutte le principali strade del territorio: la ex Statale 36 tra l'innesto della tangenziale Est a Usmate e lo svincolo di Pescate per il Terzo ponte Alessandro Manzoni della Superstrada, il tratto della Milano – Lecco, la Lecco – Bergamo, la Sp 72... trasformate in un labirinto senza via di uscita. Sono state inoltre fornite poche indicazioni. Oltre a chi è rimasto bloccato in colonna, a pagare il prezzo più alto del disastro sono stati i lecchesi, letteralmente assediati e stretti nella morsa del traffico. Ora appunto il peggio è passato.