DANIELE DE SALVO
Cronaca

"Sono indagato per terrorismo": il rapper si vanta così sui social

Lecco, protagonista della guerriglia a Milano è invece nei guai per resistenza a pubblico ufficiale

Trapper indagato

Sui social si vanta di essere indagato per terrorismo, perché più grave è il reato più la sua fama cresce e più le visualizzazioni in rete dei suoi brani si impennano insieme agli incassi. Ieri mattina all’alba gli agenti della Digos e della Mobile di Milano, che hanno fatto irruzione nella sua stanza nella comunità per giovani disagiati di Vimodrone, dove vive, hanno effettivamente cercato anche armi. Il mandato di perquisizione è stato inoltre firmato dal pm Umberto Nobili, coordinatore della sezione distrettuale antiterrorismo di Milano. L’accusa, però, per Baby Gang, al secolo Zaccaria Mohuib, rapper originario di Lecco da 4 milioni di visualizzazioni, 20 anni, padre egiziano e madre marocchina, è in realtà quella di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale aggravata: aggravata perché sabato scorso a San Siro, a Milano, ha sobillato 300 ragazzi ammassati in strada alla rivolta e alla guerriglia urbana. "Raga – li ha incitati su Instragram - se arrivano gli sbirri nessuno scappa" e infatti loro non solo non sono scappati ma hanno accolto carabinieri e poliziotti con pietre, bastoni e bottiglie rotte. Gli investigatori gli hanno intanto sequestrato computer e cellulari sebbene tramite gli amici continui a postare online, inoltre non potrà più rimettere piede a Milano.

Con lui risulta indagato per lo stesso motivo anche Amine Ezzaroui, in arte Neima Ezza, altro trapper emergente di 19 anni. Ci sono poi 3 ragazzini minorenni e altri 8 giovani tra i 20 e i 27 d’età, tutti tra Milano e Lecco. In molti hanno precedenti per rapine, furti e altro, proprio come Baby Gang, che lo scorso ottobre era già stato denunciato per istigazione alla violenza perché nei suoi videoclip canta e mostra kalashnikov, revolver, droga e odio verso "sbirri" e "caramba". "Questi fenomeni, così provocatori e palesi nelle loro forme di illegalità, non possono passare impuniti" commenta proprio il pm antiterrorismo. Che tuttavia aggiunge: "La repressione e il contrasto devono essere accompagnati da adeguate politiche sociali di reinserimento".