
Un momento del sopralluogo alla ex cava Pozzi del 4 febbraio scorso
Lecco, 6 settembre 2020 - Opere abusive nella ex cava di Chiuso destinata a diventare una discarica di inerti. Per questo il responsabile dell’Ufficio tecnico di Palazzo Bovara, Luca Gilardoni, le ha confiscate e ora appartengono ai lecchesi poiché diventate di default proprietà pubblica. Si tratta di un muro in blocchi di calcestruzzo lungo una trentina di metri a ridosso di via ai Molini, di un container, di una ampia tettoia utilizzata come rimessaggio per camion e di un piazzale asfaltato che invece avrebbe dovuto restare un bosco. Sono interventi che avrebbero essere dovuto smantellati nel giro di tre mesi.
Il sopralluogo durante il quale sono stati scoperti e certificati gli abusi risale al 4 febbraio scorso , quando il futuro della cava non era stato ancora delineato, sebbene in realtà siano stati sempre sotto gli occhi di tutti e chiaramente visibili ad esempio tramite le mappe satellitari a disposizione di chiunque senza che tuttavia nessuno prima abbia mai provato a sanare la situazione. «In base alle verifiche effettuate le strutture sono state realizzate in assenza di titolo edilizio abilitativo e gli interventi si configurano come nuova costruzione», spiega il dirigente municipale. Da qui l’ultimatum per l’abbattimento. I proprietari della cava hanno presentato ricorso contro il provvedimento, ma i giudici del Tar lo hanno cassato: «Non presenta profili di fondatezza, le opere, che devono essere unitariamente considerate nuove costruzioni, anche alla luce dell’irreversibile trasformazione del suolo», si legge nelle sentenza.
A fine agosto è stato così effettuato un secondo controllo durante il quale è stato riscontrato che poco o nulla è stato sistemato: «I beni e le relative aree di sedime devono pertanto essere acquisite di diritto gratuitamente al patrimonio del Comune», prosegue Luca Gilardoni nella sua ordinanza. I proprietari oltre ad aver perso muro, piazzale e rimessa nel bel mezzo dell’area di manovra e di deposito devono inoltre pagare 2mila euro di multa.
A rimetterci proprietà e soldi sono Emilia Ripamonti rappresentante della Pozzi Virginio Strade e Andrea Pozzi della società Valsassina. Della situazione sono stati informati anche i funzionari del Parco Adda Nord, Villa Locatelli e del Pirellone oltre agli agenti della Polizia giudiziaria della Locale di Lecco.