
L'istituto Giuseppe Parini di Lecco
Lecco, 11 settembre 2016 – Ha il suono della carica di cavalleria la prima campanella di inizio anno che trillerà domani all'istituto superiore statale Giuseppe Parini di Lecco, o di quel che per ora ne resta, dato che gli alunni, a causa di lavori urgenti in corso cominceranno la scuola divisi e suddivisi in quattro plessi perché le aule non sono agibili. A intonare l'avanzata sono i professori e gli altri dipendenti di via Giuseppe Badoni, i quali, dopo aver assistito in silenzio al balletto estivo di proposte, controproposte, soluzioni e smentite varie per porre rimedio all'imbarazzante situazione, hanno deciso di uscire allo scoperto e di togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti degli amministratori provinciali, denunciando di non essere stati coinvolti in alcun modo in una vicenda che riguarda anche oltre oltre che gli studenti.
«Siamo indignati per il modo in cui è stata gestita una situazione così delicata per i suoi studenti,genitori e il personale, per non parlare della violazione del diritto allo studio – si legge in una lettera aperta diffusa alla vigilia del nuovo anno –. Da Villa Locatelli non hanno mai coinvolto noi della scuola nelle riunioni decisionali: le scelte non sono mai state condivise e sono sempre state calate dall'alto, atteggiamento che dimostra indifferenza nei nostri confronti, nonché del nostro lavoro e delle nostre esigenze». Il timore è che le rassicurazioni rese non vengano rispettate: «Quali certezze abbiamo sulla data di conclusione dell'intervento in atto e di ritorno di tutte le classi nella propria sede? Nessuna! Tutto dipende dai fondi che al momento non ci sono!».
La questione è lo specchio della burocrazia e della politica italiane. La prima comunicazione dell'interdizione e dell'inagibilità dell'edificio risale al 20 luglio, lo stabile però non è stato chiuso. Solo dopo un mese si è cominciato a discutere della possibilità di svolgere le lezioni a turni. Quindi si è pure deciso di chiedere ospitalità in altre scuole, come il Badoni, il Grassi, il Fiocchi e il Dante Alighieri, quest'ultima poi depennata dall'elenco. Mancano tuttavia spazi adeguati come la palestra e i laboratori. Il prezzo più alto inoltre rischiano di pagarlo i 19 alunni diversamente abili iscritti. «Abbiamo dovuto cercare spazi idonei e trasferire le attività programmate per loro in altra sede – spiegano docenti e personale Ata -. Così, però, viene meno la finalità dell’inclusione di questi alunni». «Nonostante tutto ciò, per senso di responsabilità e per professionalità, il personale della scuola è sempre stato presente e ha continuato a lavorare in un edificio dichiarato inagibile», concludono la missiva gli insegnanti e gli operatori del Parini.