Scuola, mancano all’appello 150 prof

Lecco, al suono della campanella tante cattedre scoperte e presidi alla ricerca frenetica di supplenti

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di Daniele De Salvo

Scuola a scartamento ridotto in provincia di Lecco. Al suono della prima campanella di inizio del nuovo anno scolastico, sulle cattedre delle scuole della provincia di Lecco mancano ancora all’appello circa 150 docenti. I presidi sono alla ricerca frenetica di supplenti dell’ultimo momento. Mancano soprattutto insegnanti di materne ed elementari, oltre che i professori di medie e superiori. Alle scuole dell’infanzia mancano in tutto una trentina di maestre e maestri, alle elementari, una settantina, tra medie e superiori invece una cinquantina. Non è certo una novità, succede tutti gli anni. Proprio per questo l’inizio dell’anno è sempre soft, con orari ridotti almeno la prima settimana in modo da non lasciare ore buche e nel contempo reclutare i rimpiazzi. E’ caccia pure a amministrativi e assistenti. In molte classi inoltre non sono stati nominati gli insegnanti di sostegno per studenti e alunni fragili che ne hanno diritto. Anche ai "piani alti" non va meglio, sebbene tutti i "buchi" siano stati tappati in qualche modo: ci sono infatti 14 dirigenti scolastici facenti funzione con doppio incarico per sostituire i colleghi che mancano su 41 presidi in totale in servizio in provincia di Lecco. Tre di loro sono facenti funzione addirittura in un’altra provincia, quella di Como. Pure il provveditore è un reggente. La scuola è cominciata quindi, ma non tutte le lezioni.

Anno nuovo ma vecchi problemi anche per la scuola bergamasca. Nonostante le immissioni in ruolo di insegnanti, personale Ata e dirigenti, si contano ancora 3.223 supplenze "attive" tra i docenti, di cui già circa 350 hanno rinunciato, e 760 tra le figure amministrative, tecniche e ausiliari. Inoltre, in 96 scuole su 140 manca il direttore, profili che saranno coperti con assistenti amministrativi facenti funzione, e su 1.468 posti a supplenti per il personale con titolo di specializzazione per l’insegnamento ai ragazzi diversamente abili, solamente 16 docenti hanno il titolo di specializzazione. Una realtà, quella bergamasca, resa nota con i numeri dalla Cisl. "Tutto il personale ha piena coscienza del fatto che è atteso da nuove, difficili sfide che, purtroppo, si aggiungono ai problemi storici del precariato – ha commentato Paola Manzullo, segretaria generale di Cisl scuola provinciale – un anno scolastico difficile, quindi, perché oltre al problema della pandemia, abbiamo tutte le ricadute sociali ed economiche della crisi energetica. La scuola è luogo di cooperazione fra diverse componenti. Le famiglie dovranno affrontare un periodo ricco di difficoltà che non potranno non avere ripercussioni sui figli studenti e pertanto toccherà come sempre al personale della scuola affiancare i genitori".