
Le ricerche dell'uomo non avevano portato nessun risultato
Lecco – È uscito per una passeggiata in montagna e non è più tornato a casa. È sparito nel nulla, senza lasciare traccia, come se si fosse volatilizzato come un fantasma. Era l’8 agosto 1995, un martedì di mezza estate, e Antonio Canella, marito e papà di Lecco, aveva 67 anni. Nonostante le ricerche pressanti con tutti i mezzi e gli strumenti dell’epoca non è stato mai ritrovato e non è stato recuperato nemmeno il suo corpo. Probabilmente è precipitato in un burrone dopo essere stato forse sorpreso da un improvviso temporale, oppure è stato stroncato da un malore in mezzo ai boschi. Condizioni meteo, trascorrere del tempo e animali selvatici probabilmente hanno cancellato per sempre quel che rimaneva di lui prima, impedendo di restituire ai familiari almeno un feretro da seppellire e su cui piangere.
A distanza di quasi sei lustri dalla scomparsa dei genitori, dopo la perdita anche della mamma mancata di recente, i figli hanno avviato le pratiche per dichiararne la morte presunta. L’estremo atto formale per chiudere definitivamente i conti con la speranza ormai vana di poterlo salutare almeno per l’ultima volta. "I figli in realtà credevano che fosse già stata dichiarata la morte presunta del padre – spiega l’avvocato Elia Campanielli che si sta occupando dell’iter legale, che può essere avviato solo a distanza di 10 anni dalla scomparsa di una persona –. Non è mai facile umanamente compiere queste decisioni, però è necessario per disbrigare e regolarizzare tutte le pratiche burocratiche connesse alla successione".
Prima di poter dichiarare la morte presunta il giudice del tribunale ordinario di Lecco Dario Colasanti che si sta occupando del caso, ha tuttavia ordinato, come prevedono le normative, di informare del ricorso tramite la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e il nostro giornale Il Giorno e di concedere ulteriori sei mesi di tempo per acquisire ulteriori informazioni su Antonio Canella. "Invitiamo chiunque abbia notizie su di lui a comunicarcele", si legge nel provvedimento firmato dal presidente del palagiustizia lecchese Ersilio Secchi. Trascorso il tempo disponibile Antonio potrà poi essere dichiarato definitivamente morto.