
Pedoni nel collegamento della Superstrada 36 in direazione dell’ospedale di Lecco
A piedi nel tunnel della Superstrada. Una processione che si ripete ogni mattina. Medici, operatori sanitari, impiegati che prestano servizio in ospedale a Lecco per non arrivare in ritardo al lavoro; pazienti che rischiano di saltare una visita o un esame prenotati dopo mesi di attesa; persone che non vogliono perdere un appuntamento programmato o semplicemente non ne possono più di aspettare bloccati in coda in una claustrofobica galleria.
Ogni giorno, lungo lo svincolo d’uscita verso l’ospedale di Lecco della galleria Valsassina della nuova Lecco – Ballabio, si formano code chilometriche. Le provocano, incolpevolmente, coloro che cercando a fatica di guadagnare un parcheggio che non si trova nel silos sotterrano quasi sempre al completo del presidio sanitario: in attesa che si liberi in posto e quindi di avanzare, bloccano pure chi li segue, anche chi è diretto altrove, perché alternative e altri spazi per lasciar defluire il lungo serpentone di auto non ci sono.
Ieri, tra la consueta fila appunto all’ingresso dell’ospedale, il traffico dell’orario di punta, la viabilità ulteriormente rallentata da maltempo e allagamenti e un incidente, la permanenza coatta nel tunnel per percorrere un tratto nemmeno un chilometro, si è prolungata per più di 45 minuti. In molti sono così scesi dalle auto, guidate da accompagnatori, già da prima di vedere la luce di uscita in fondo al tunnel e hanno proseguito a piedi versa la meta, nonostante il rischio di essere investiti dagli automobilisti, per fortuna in marcia a passo d’uomo, e soprattutto di respirare i gas di scarico.
Dentro la galleria, ma nemmeno fuori, nessun agente della Polizia locale a controllare o provare a gestire la situzione.
D.D.S.