Riscattata la medaglia dell’eroe

Il bronzo al valor militare di Giuseppe Trezza, ora affidato all’Anpi, giaceva dimenticato a Casale

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CASALPUSTERLENGO (Lodi)

di Mario Borra

È stato un eroe della Resistenza, uno dei combattenti di Casalpusterlengo (era nato alla frazione Zorlesco) che, durante le ultime fasi della Seconda guerra mondiale dopo l’8 settembre, non ha esitato a schierarsi con la lotta partigiana. Giuseppe Trezza trovò la morte ucciso da tedeschi e fascisti a soli 30 anni. E per quell’evento tragico nel 1994 il presidente della Repubblica lo insignì della Medaglia di bronzo al valor militare. Il quadro, con il decreto del capo dello Stato e l’onorificenza, era stato però quasi dimenticato, chiuso in un ufficio del municipio, tra gli arredi.

Era stato un amministratore comunale ad accorgersi casualmente del quadro semi-abbandonato. Ieri mattina, però nel contesto dei festeggiamenti per l’anniversario della Liberazione e nel contemporaneo incontro per il tesseramento dell’Associazione nazionale partigiani a Villa Biancardi di Zorlesco, la Medaglia è stata consegnata dal Comune alla sezione Quattro Martiri, nelle mani del presidente Fiorenzo Mascheroni, che ne aveva fatto richiesta alcuni giorni prima.

Non resterà dunque più semi-nascosta in Comune, ma sarà valorizzata nella sede dell’Anpi in via della Pace. Trezza morì in modo eroico: fuggito dopo l’8 settembre per non rispondere alla chiamata alle armi, tornò a Zorlesco e si unì alla lotta contro gli invasori, aderendo al 3° Gap. Successivamente andò in Valsassina, entrando a far parte della 55esima Brigata Garibaldi Fratelli Rosselli e diventando comandante di un distaccamento. Ma, nei primi giorni di ottobre del 1944, durante un rastrellamento da parte di fascisti e tedeschi, si trovò in mezzo a un’imboscata: ferito alle gambe, attese adagiato nell’erba che il nemico si avvicinasse per fare fuoco con il proprio mitra e poi si sparò un colpo, per non cadere vivo nelle mani del nemico. Era l’11 ottobre 1944 e Trezza si trovava sulle montagne a Introbio, nel Comasco.

Ieri mattina la Staffetta Partigiana in bicicletta, partita venerdì da Reggio Emilia e diretta a Milano con lo scopo di ricordare le donne impegnate nella Resistenza con compiti di logistica e collegamento, ha fatto tappa a Caselle Landi, in località Punte Alte, dove il 1° aprile 1945 la Brigata nera fascista si macchiò di uno degli eccidi più brutali avvenuti nel Lodigiano: nel massacro perirono il partigiano Silvano Campagnoli, che era tornato per festeggiare la Pasqua, suo fratello Lino di soli 16 anni, il padre Pietro, la madre Teresa Berselli, incinta di 7 mesi e il fittavolo Luigi Losi. Poi il fienile della cascina fu dato alle fiamme. La quindicina di aderenti alla biciclettata è stata accolta dal sindaco Piero Luigi Bianchi e dai vertici delle sezioni locali Anpi, ai quali è stata raccontata la dolorosa storia della famiglia davanti alla lapide che ne ricorda il sacrificio.