REDAZIONE LECCO

Rimasta inagibile per 20 anni. Riecco la scala dell’Innominato

Vercurago, un gruppo di volontari ha provveduto con diversi lavori durati a lungo a rimettere in sesto la storica salita che conduce in totale sicurezza al castello.

Rimasta inagibile per 20 anni. Riecco la scala dell’Innominato

"Il castello dell’Innominato era a cavaliere a una valle angusta e uggiosa, sulla cima d’un poggio che sporge in fuori da un’aspra giogaia di monti". Così Alessandro Manzoni, nel capitolo XX del suo capolavoro I promessi sposi, descrive il maniero dell’Innominato. I resti di quel castello ci sono ancora e il luogo non è poi nemmeno tanto diverso da come appariva ai tempi di Renzo e Lucia. Per questo è bello immaginare che la vecchia e ripida scalinata che sale alla Rocca sia stata magari realizzata sullo stesso sentiero percorso un tempo proprio dall’Innominato o da Francesco Bernardino Visconti, il nobile lombardo vissuto tra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo a cui si sarebbe ispirato il Sommo per uno dei personaggi principali del suo capolavoro. Di certo, prima che chiudesse per vent’anni, hanno salito quella scalinata e l’hanno discesa migliaia di visitatori e di fedeli devoti a san Girolamo Emiliani, che in quei luoghi è morto l’8 febbraio 1537, a 51 anni, dopo aver fondato l’ordine dei Chierici regolari di Somasca. Grazie al prezioso lavoro di alcuni volontari, la scalinata è stata sistemata e messa in sicurezza e dall’altro giorno è di nuovo possibile percorrerla, seguendo le tracce della storia, della letteratura e della fede. "Sono stati proprio i volontari a pulire e ripristinare la scalinata – racconta e li ringrazia padre Enrico Corti, custode della Valletta, il luogo dove ha abitato il fondatore dei Somaschi con i suoi orfanelli -. Hanno coinvolto altri amici esperti in muratura ed edilizia". È stato un lavoro impegnativo, durato oltre un mese, al termine del quale la scalinata, interdetta per il pericolo di crolli, è stata riaperta. Sono state installate pareti paramassi, il tutto nel rispetto dell’unicità e dell’originalità del luogo, senza snaturare la valle angusta e uggiosa. Nonostante ora sia più facile raggiungere il castello dell’Innominato ci vuole sempre fiato per superare i 100 metri di dislivello e arrivare in cima alla Rocca. Daniele De Salvo