DANIELE DE SALVO
Cronaca

A passeggio in mezzo alle nuvole: sul Resegone in equilibrio sulla vita

Lecco, l’impresa del gruppo di funamboli: in cammino su un cavo teso su 150 metri di vuoto a quota 1.875 metri

Lecco - A «spasso» tra le nubi nel cielo di Lecco, sospesi nel vuoto sopra un baratro profondo 150 metri su un cavo lungo 117 con un diametro di nemmeno cinque centimetri, teso tra due dei "molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega", in vetta ai 1.875 metri di altezza del Resegone. I funamboli della montagna simbolo di Lecco sono alcuni atleti brianzoli e milanesi dello slacklining, spettacolare disciplina sportiva estrema in cui si cammina su una fettuccia larga tra i 2 centimetri e mezzo e i 5 senza utilizzare un bilanciere. "Non è solo questione di equilibrio, è soprattutto questione di tecnica, tanto allenamento e testa", assicura Sirio Izzo, 34enne di Milano, uno degli otto temerari che nell’ultimo fine settimana hanno compiuto l’incredibile "passeggiata". "Quando si è lassù occorre uno sforzo meditativo continuo e molta forza di volontà per compiere ogni passo e andare avanti – spiega –. Per il resto invece è un poco come andare in bicicletta: quando si impara a pedalare non lo si dimentica più, anche se magari non si sale in sella da parecchio tempo". E proprio come per la bicicletta per imparare ad andarci spesso si cade: per questo si è sempre assicurati.

«Le prime volte ci si spaventa, ma ci si abitua", assicura Sirio, che ha cominciato poco dopo i vent’anni a praticare slacklining. "Prima praticavo solo arti marziali, sono istruttore di judo, ma un infortunio mi ha messo ko per un po’ e mi sono avvicinato a questa disciplina alternativa". Per cominciare si inizia e ci si allena quasi a terra, su una slackline tirata ad esempio tra due alberi, poi man mano si sale e ci si cimenta nelle diverse specialità: la tricklining per chi compie evoluzioni, la longline per chi punta sulla distanza e la highline per chi sfida l’altezza, come Sirio e gli altri in vetta al Resegone. L’impresa compiuta nell’ultimo week-end ha richiesto tre fine settimana di preparazione attenta: uno per compiere un sopralluogo nel punto prescelto, il secondo per chiodare e preparare la linea, il terzo per trasportare il materiale necessario e finalmente "volare" sulle proprie gambe. Nonostante abbiano percorso una linea – come viene definita in gergo – che una volta avrebbe significato il record del mondo, la camminata estrema sul Resegone è stata solo un’anteprima: "In primavera e autunno vorremmo allestirne una ancora più lunga, sempre sul Resegone", annuncia Sirio, che anche per lavoro resta sospeso nel vuoto, perché è una sorta di "aggiustatutto" su tetti e facciate di grattacieli. E anche per mestiere utilizzando solo funi e imbracature.