Un ultimo dell’anno nel segno della Resistenza in Valsassina. Il 30 dicembre 1944 presso il Baitone della Pianca vennero catturati dai fascisti del Primo battaglione mobile della Brigata Nera Cesare Rodini 36 partigiani. Alcuni erano della 55^ brigata Frartelli Rosselli, altri dell’86^ Giorgio Issel. Con loro anche un radiotelegrafista inglese e una interprete austriaca. Uno dei partigiani, Franco Carrara, tentò la fuga ma venne ferito e poi ucciso sul posto: aveva 24 anni. Gli altri vennero tutti condotti a piedi a Introbio. Il giorno seguente, provò a scappare mentre veniva caricato su un camion con gli altri, pure il 33enne Leopoldo Scalcini, nome di battaglia Mina, ex capitano d’artiglieria, subendo la stessa sorte del compagno del giorno prima. I superstiti avrebbero dovuto essere trasferiti a Como, ma le camice nere ne fucilarono sommariamente dieci davanti al cimitero di Barzio e altri tre a Moggio, salvo poi sostenere di averli uccisi durante uno scontro a fuoco. I sopravvissuti all’eccidio furono poi deportati nei lager. Per ricordare la pagina nera di storia, che segnò l’inizio dei 40 giorni di rastrellamenti in Valsassina, Valtorta e Valtaleggio, domani 10 si celebra una commemorazione a Maggio di Cremeno, e alle 10.45 a Robisasca di Cremeno.
La cerimonia è organizzata dagli attivisti dell’Anpi lecchesi, ma aderiscono pure gli amministratori locali di Lecco, Ballabio, Barzio, Cassina, Cremeno, Dalmine, Introbio, Monza, Morterone, Osnago e Pasturo, i paesi d’origine dei martini della Resistenza. D.D.S.