REDAZIONE LECCO

Pronto soccorso in crisi. Emorragia di pazienti. Dirottati in altri ospedali

A chiedere i numeri è stato il consigliere democratico lecchese Gian Mario Fragomeli: "Meno 20%, non conosco le motivazioni ma è evidente che qualcosa non va".

Al Pronto soccorso dell’ospedale di Merate arrivano sempre meno pazienti in ambulanza. Gli operatori della centrale operativa di Areu li dirottano altrove. L’anno scorso, tra luglio e settembre, sono approdati al Pronto soccorso del Mandic 1.760 pazienti in ambulanza soccorsi dai sanitari del 118: 685 a luglio, 528 ad agosto, 547 a settembre. Quest’anno sono stati nemmeno 1.400, più di 360 e del 20% in meno: 477 a luglio, 469 ad agosto e 450 a settembre. Di contro sono aumentati i pazienti lecchesi che hanno chiesto aiutato agli operatori dell’Agenzia regionale dell’emergenza urgenza portati all’ospedale di Vimercate e ancora di più a quello di Carate, un presidio dove la notte il Pronto soccorso è chiuso e quindi i pazienti in osservazione devono poi essere ulteriormente portati altrove: da 20 sono passati a 147. A chiedere i numeri è stato il consigliere democratico lecchese Gian Mario Fragomeli. "Questo significa che l’impostazione ospedaliera, per qualche motivo che non ci è dato sapere, è sbagliata - prova a interpretare i dati il democratico - Non conosco la motivazione di questa scelta, ma è evidente che qualcosa non quadra. Sto ai numeri e alla media matematica su cui nessuno può disquisire: gli accessi al Pronto soccorso di Merate, più o meno gravi, attraverso il 118 sono stati 364 accessi in meno". Il sospetto è che si tratti di una scelta politica precisa per declassificare Merate. Intanto l’incontro dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso con i sindaci di Meratese e Casatese che gli hanno chiesto garanzie sul presente e sul futuro del presidio brianzolo ha già avuto una conseguenza: la mancata apertura di un Obi strutturata proprio in Ps, l’Osservazione breve intensiva. Avrebbe dovuto essere attiva con gettonisti, che tuttavia l’assessore ha annunciato di non volere più. I manager della sanità lecchese hanno così colto l’occasione per stoppare il servizio.Daniele De Salvo