Petrol Mafia, arrestata l'imprenditrice show girl Ana Bettz

E' accusata di affari con la camorra ed evasione fiscale. Nell'inchiesta anche il pagamento di uno spot pubblicitario a Gabriel Garko

Anna Bettozzi, in arte Ana Betzz

Anna Bettozzi, in arte Ana Betzz

 Ana Bettz, all'anagrafe Anna Bettozzi vedova del petroliere Sergio Di Cesare è stata arrestata nell'ambito dell'operazione denominata Petrolmafie Spa, che ha portato all'esecuzione di una settantina di misure cautelari personali ed al sequestro di beni per un miliardo di euro. Ana Bettz  ha un passato da immobiliarista e da aspirante popstar.

Tra i beni sequestrati nel corso dell'operazione, coordinata dalle Dda di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria, ci sono anche impianti della società petrolifera Max Petroli - ora Made Petrol Italia Srl - della famiglia Bettozzi. Anna, secondo l'accusa, sarebbe stata amministratrice di fatto anche della nuova società. Il suo passato nello spettacolo vanta qualche apparizione al Maurizio Costanzo Show, alcuni singoli incisi e un concerto al teatro Sistina di Roma nel quale, come documentato, nel 1999, si ispirò alle star della musica mondiale con uno show ambizioso ma facendo largo uso di playback.

La ricca ex immobiliarista, con una fluente chioma bionda e in pantalone e giacca argentati, intrattenne per circa un'ora i suoi invitati con uno spettacolo che vantava coreografie firmate da Franco Miseria. L'imprenditrice riuscì ad avvalersi della collaborazione di personaggi di primo piano dello show biz, come Kofi, producer di Celine Dion e Cher. "Ho tenacia - dichiarò in quell'occasione Anna Bettozzi, regalando un suo calendario sexy come gadget ai presenti - sono del leone, stesso segno zodiacale di Madonna, alla quale mi paragonano". 

L'inchiesta e l'ordinanza

''Si tratta del capo indiscusso dell'organizzazione, della persona più di tutti esperta della materia anche grazie a quanto imparato dal marito Sergio Di Cesare''. E' quanto riportato nell'ordinanza del gip Tamara De Amicis nel filone romano dell'inchiesta che ha portato all'operazione Petrol-Mafie Spa.  ''Nulla si muove senza il suo assenso - scrive ancora il gip- è lei che intavola il rapporto con Alberto Coppola e, tramite lui, con tutto il gruppo napoletano dal quale riceve cospicui finanziamenti per la propria attività illecita, remunerando adeguatamente gli investimenti fatti da costoro''. Per l'indagata Anna  Bettozzi ''sembra persino superfluo formulare considerazioni ulteriori rispetto a tutto quanto emerso nel corso dell'indagine'' sottolinea il giudice.

 ''Le indagini - si legge nell'ordinanza - hanno dimostrato che Anna Bettozzi dispone di ingentissime provviste di denaro liquido, nascosto nei luoghi più disparatii. Sono emerse le cassette di sicurezza di un hotel milanese (dove è stato già effettuato un sequestro) la propria abitazione e quella di vari parenti (in una conversazione Filippo Bettozzi, parlando con lei, afferma - parlando dell'allocazione del denaro - di aver "sistemato" la nonna e tale zia Tonia). Si tratta di luoghi sicuri, posto che - come emerge da un'altra conversazione - la Bettozzi è particolarmente attenta alla collocazione del denaro. In più l'indagata vanta una fitta rete di soggetti pronti ad aiutarla nell'occultamento di tali ingenti risorse''.

Lo spot con Garko

Nel'inchiesta attraverso alcune intercettazioni telefoniche compare anche il nome di Gabriel Garko, che non è indagato. 'Il denaro viene autoriciclato dalla Max Petroli reinvestendolo nell'attività imprenditoriale dell'arruolamento a fini pubblicitari del tesimonial Gabriel Garko per il nuovo spot della Made Petrol'', si legge nell'ordinanza firmata dal gip Tamara De Amicise.  ''Dall'ascolto delle conversazioni telefoniche e ambientali emerge infatti la stipula di un contratto - si legge nell'ordinanza - per la realizzazione di uno spot pubblicitario tra Anna Bettozzi e l'attore Garko in cui parte del corrispettivo pattuito, pari a 150mila euro è stato versato in denaro contante. L'attore, intercettato in una conversazione, si lamenta della parziale difformità tra gli importi concordati come fatturabili in chiaro rispetto al quantum da corrispondere in nero. Le parti concertano come dovrà avvenire la corresponsione del compenso pattuito pari a 250mila euro: 50mila euro già versati (…''50 te li ho già dati e rimangono 200…''); 100mila in contanti prima del contratto (''il cash prima del contratto!''); 100mila euro all'atto della stipula del contratto (''100 in nero e 100 fatturato…sul contratto va messo solo il fatturato!'')".