REDAZIONE LECCO

Paderno d'Adda, un nuovo ponte San Michele e una nuova ferrovia Milano-Bergamo

Il progetto annunciato dai vertici di Ferrovie dello Stato e Rfi

I lavori in corso al ponte San Michele

Paderno d'Adda (Lecco), 20 febbraio 2019 – Un nuovo ponte di Paderno d'Adda e un nuovo tracciato della linea Milano – Bergamo via Carnate. Dove verrà realizzato di preciso il futuro San Michele e dove correranno i binari della futura linea ferroviaria ancora non si sa, verrà deciso entro la fine del 2019. Le due opere, cioè la costruzione del nuovo ponte sull'Adda e la conseguente rettifica del tracciato della linea che lo attraversa, sono tra le priorità dei vertici dei vertici del gruppo Ferrovie dello Stato italiane e della controllata Rete ferroviaria italiana. Sono stati proprio l'amministratore delegato di Fs Gianfranco Battisti e di Rfi Maurizio Gentile, che è anche commissario straordinario del San Michele, ad annunciare gli interventi e dettare i tempi durante la presentazione del programma di investimenti della società di trasporto. IL SAN MICHELE - Che il San Michele non durerà in eterno, nonostante l'imponente opera di consolidamento in corso dopo la serrata scattata a metà settembre per il rischio di un crollo imminente, lo aveva del resto già annunciato in occasione di un sopralluogo in posto a gennaio lo steso ad di Rfi, spiegando che l'infrastruttura, una volta sistemata, potrà reggere non più di una quindicina d'anni e che nel frattempo occorre progettarne e realizzarne una nuova, più adeguata alle esigenze dei pendolari. I lavori in atto infatti permetteranno solo di ripristinare la situazione precedente alla chiusura: i treni non potranno cioè marciare a più di 15 chilometri orari, il passaggio dei veicoli sul piano viario sarà a senso unico alternato e il viadotto sarà interdetto ai messi pesanti. I PROGETTI - E' dagli anni '80 che si discute di un nuovo ponte e sono stati già presentati diversi progetti. Quello più prossimo ad essere trattato in realtà è stato il progetto “de Miranda” dell'inizio degli anni '90, dal nome dell'architetto che lo ha disegnato, che prevedeva la costruzione di un nuovo cavalcavia proprio accanto a quello esistente. Tra le opere della Legge obiettivo del 2001 era stato invece previsto un viadotto nella zona Boschetto di Villa d'Adda, inserito pure nel Piano territoriale di coordinamento provinciale ma lasciato solo sulla carta. Pure i vertici di Italcementi si erano offerti di finanziare completamente a proprie spese un nuovo ponte, senza tuttavia ricevere mai riscontri. Di un altro ponte, tra Colnago di Cornate e Suisio, si parla anche nel piano infrastrutturale per i trasporti in Lombardia: l'ipotesi più plausibile pare proprio quest'ultima, perché in un punto strategico. I LAVORI IN CORSO – Attualmente sono all'opera al San Michele 40 tecnici e operai specializzati che si alternano in due turni. A marzo il loro numero salirà a 60. Da una decina di giorni sono iniziate le fasi di rinforzo degli elementi di controvento e di sostituzione delle chiodature deteriorate con bulloni. Gli addetti stanno continuando anche le attività di smontaggio dei parapetti in ferro e di rimozione dei camminamenti pedonali in pietra, mentre è terminato il montaggio del terzo e del quarto ponteggio mobile: i nuovi ponteggi si aggiungono ai due già esistenti, uno sul lato Paderno, l’altro sul lato Calusco e si spostano in avanti, in direzione del centro del ponte, grazie ad una sorta di rotaia. Sono comparsi anche anche dei particolari ponteggi sospesi sotto il ponte. LA RIAPERTURA – E' stato confermato che il piano viario superiore del San Michele riaprirà al transito ciclopedonale, e quindi ai pedoni e ai ciclisti, entro fine marzo. In molti speravano che venisse ripristinata pure il passaggio per i motociclisti, ma al momento non sembra sia possibile. Entro la fine del 2019 sarà poi la volta degli automobilisti e con essi appunto dei motociclisti. I pendolari invece dovranno pazientare fino al termine del 2020: difficilmente infatti i treni potranno tornare a circolare prima sul ponte, sebbene non si esclude che, salvo imprevisti e tempo permettendo, si riesca magari ad anticipare la completa riapertura di qualche settimana se non di alcuni mesi.