“Uno sforzo straordinario”. Lo chiede per l’ospedale di Merate il consigliere regionale dem lecchese Gian Mario Fragomeli all’assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso. In seguito al doloroso caso della mamma di 33 anni che il mese scorso ha scoperto di aver perso il bimbo alla 34esima settimana di gravidanza, dopo essere stata trasferita a tempo di record all’ospedale di Lecco da quello di Merate, dove si era invece rivolta, perché da maggio è stato chiuso il Punto nascita e mancano specialisti per affrontare emergenze ostetriche come alcune altre urgente, il piddino ha chiesto conto della situazione del nosocomio brianzolo e soprattutto del Pronto soccorso.
In condizioni normali, con mezzi propri, non in ambulanza, per raggiungere l’ospedale di Lecco dalla zona del Meratese ci vogliono tre quarti d’ora, non tanto per i 20 chilometri di distanza, quanto per il traffico: sono tanti, anzi troppi in casi urgenti, in cui mamme in dolce attesa o oltre pazienti dovessero magari scegliere di raggiungere autonomamente il presidio del capoluogo. Dal canto suo l’assessore regionale ha intanto offerto la disponibilità a incontrare nuovamente medici e operatori sanitari del presidio meratese e i sindaci del territorio, come già successo due volte nell’ultimo anno. Ha poi assicurato nuove iniziative per reclutare professionisti e migliorare le dotazioni tecnologiche.
“Apprezzo la risposta dell’assessore”, ammette Gian Mario Fragomeli. Che però sollecita provvedimenti e iniziative concrete immediate e insiste: “È davvero necessario uno sforzo straordinario per trovare le risorse materiali e umane per restituire a questo ospedale la credibilità che merita e che sta rischiando di perdere, a causa delle numerose criticità legate alla chiusura di diversi reparti e alla carenza di operatori sanitari e specialisti, ma anche a causa di eventi drammatici che, pur se non direttamente collegati alle prestazioni sanitarie, rischiano di minare la fiducia dei cittadini. Dobbiamo costruire le condizioni migliori per garantire al Pronto soccorso un numero adeguato di specialisti, scongiurando il depotenziamento di una struttura che è di primo livello e che è troppo importante per essere trascurata”.