Nell’ex cava un depuratore ecologico

Nell’ex cava  un depuratore  ecologico

Nell’ex cava un depuratore ecologico

Un depuratore e un anfiteatro verde al posto della cava dismessa tra il Monte Barro e l’Adda. L’area è quella dell’ex cava Mossini, un cratere da cui sono stati estratti dal 1987 circa 150mila mc di roccia per tritarla e trasformarla in materiale sabbioso. È una cicatrice che deturpa uno dei paesaggi più belli della zona, cioè il tratto di fiume tra quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno e il lago di Garlate, che è il vero lago dell’Addio monti dei Promessi Sposi, a ridosso del ponte Vecchio. Lo sfregio avrebbe già dovuto essere sanato da tempo. Il progetto prevede la ricollocazione e l’ampliamento del depuratore di Lecco nella nuova area. L’impianto servirebbe pure per Mandello, Ballabio, Barzio e Valmadrera. "Il nuovo impianto non solo consentirà un trattamento più performante rispetto agli attuali impianti con sicuri vantaggi per la qualità delle acque di Lario, Adda e laghi di Garlate e Olginate, ma dovrà rispondere ai più moderni criteri di sostenibilità ambientale e di economia circolare - spiega Marco Bonaiti, presidente dell’Ufficio d’Ambito di Lecco -. Sarà una “fabbrica verde“, che minimizzerà le emissioni e contribuirà alla transizione energetica". "Un’area altamente degradata potrà essere rimodellata come una sorta di “anfiteatro erboso“, visibile dall’Adda e dal Lario che porta verso il Parco Regionale del Monte Barro a disposizione di tutti", aggiunge la presidente della Provincia Alessandra Hoffman. Il progetto è condiviso dai vertici di Lario Reti Holding, che è la municipalizzata del servizio idrico integrato in provincia di Lecco, del parco Adda Nord e del Parco Monte Barro e dai sindaci di Lecco Mauro Gattinoni, Pierangelo Montanelli di Galbiate, Flavio Polano di Malgrate e Dante De Capitani di Pescate. D.D.S.