DANIELE DE SALVO
Cronaca

La ‘ndrangheta in Silea, gli infiltrati nella Spa agitano il Comune: “Vogliamo sapere”

Il caso della municipalizzata di Lecco finita fra le carte dell’operazione Karphatos. Al Municipio di Lecco si chiede la convocazione d’urgenza dei componenti della Commissione speciale Antimafia

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

“Vogliamo sapere”. La Lega chiede conto al sindaco di Lecco e ai manager di Silea del reclutamento di persone vicine alla criminalità organizzata nella municipalizzata provinciale dei rifiuti, come denunciato dall’ex procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri con la sua ultima operazione antimafia Karphatos scattata settimana scorsa. Secondo il magistrato, Silea era infatti "una succursale al Nord delle cosche della Sila calabrese".

A trasformare la Spa pubblica in ufficio di collocamento di affiliati e familiari sarebbe stato l’ex direttore commerciale, il 54enne Beniamino Bianco di Oggiono, dipendente storico dal 1995, che aveva pure potere di firma per alcune pratiche. Il sui compito, per gli inquirenti, sarebbe stato proprio quello di "adoperarsi per soddisfare le richieste di assunzione di affiliati", che si rivolgevano personalmente a lui, perché a "conoscenza di personaggi di vertice della criminalità calabrese in Lombardia", ma anche delle cosche della Sila, come quelle dei Coco Trovato di Mercedusa, i Caprino di Petronà e i Cervesi.

I consiglieri della Lega chiedono che il primo cittadino Mauro Gattinoni riferisca in aula, non di un tribunale, ma di Palazzo Bovara. L’esponente del Carroccio Stefano Parolari ha ufficialmente presentato istanza al presidente del Consiglio comunale di Lecco Roberto Nigriello di convocare d’urgenza i componenti della Commissione speciale Antimafia di cui fa parte per discutere di quanto successo.

"Il sindaco pro tempore del nostro Comune – spiega Stefano Parolari - risulta essere presidente del Consiglio di rappresentanza o Assemblea dei sindaci", cioè dei rappresentanti dei soci di Silea che sono tutti i lecchesi. Al momento nessuno degli amministratori locali, non solo di Lecco, ha mai parlato apertamente di quanto accaduto, nonostante nel 2021 si sia quasi arrivati a commissariare se non a chiudere Silea a causa di almeno cinque infiltrati. Sarebbe solo la seconda volta che i componenti della Commissione Antimafia si riunirebbero in un anno e mezzo da quando è stata istituira, nonostante il Lecchese sia uno dei territori più a rischio.