Il caso delle due molotov scagliate nella primavera 2021 contro l’hub vaccinale di via Morelli a Brescia, per protestare contro la “dittatura sanitaria“, è chiuso: non fu terrorismo. Lo ha deciso ieri la Cassazione confermando la condanna dimezzata emessa dalla Corte d’appello per Nicola Zanardelli e Paolo Pluda, i no-vax cinquantenni protagonisti del gesto. Accusati in origine di atto terroristico e di fabbricazione e porto abusivo di armi da guerra con l’aggravante della finalità terroristica, i due pasionari al termine del processo in abbreviato erano stati condannati rispettivamente a due anni e dieci mesi e a due anni e otto mesi. Il giudice di primo grado aveva sposato in toto la tesi accusatoria, secondo cui il lancio delle bombe artigianali integrava la fattispecie dell’atto terroristico.
La lettura della vicenda nei mesi seguenti fu smontata dalla Corte d’appello, secondo cui fu danneggiamento. Stando alle difese del resto gli imputati misero in scena un gesto eclatante e dimostrativo senza l’intento di far male a nessuno. I giudici di secondo grado cambiarono le carte in tavola ridimensionando le pene: un anno e dieci mesi per entrambi i no vax. La sentenza è stata portata in Cassazione dalla procura generale ma il ricorso è stato bocciato. B.Ras.