
Mistero sulle sponde dell’Adda. Nessuna traccia della donna sentita urlare vicino al fiume
Un giallo ancora tutto da risolvere oppure uno scherzo di pessimo gusto che rischia di concludersi con l’accusa di procurato allarme per chi l’ha orchestrato il mistero, per ora tale, della donna finita nell’Adda che però nessuno è riuscito a trovare. Tutto è cominciato domenica sera, poco dopo le 21.30, quando delle persone che stavano passeggiando vicino alla ciclopedonale che corre lungo l’Adda, all’altezza di via Buozzi, si sono spaventate perché hanno sentito le urla di una donna che invocava aiuto. I passanti sono immediatamente corsi verso il fiume, ma siccome aveva appena fatto buio in acqua non si vedeva nessuno. Dopo pochi minuti sul posto sono arrivate le squadre dei vigili del fuoco che hanno iniziato a perlustrare il corso del fiume. Più tardi sono intervenuti anche gli specialisti del soccorso acquatico in battello e l’elisoccorso dall’alto che con un fare ha illuminato la riva.
Della donna nessuna traccia, ma a poca distanza dal punto in cui sono state udite le grida è stato ritrovato un monopattino abbandonato. Dopo oltre tre ore di ricerche, anche con l’aiuto dei sommozzatori che hanno perlustrato il letto del fiume tra i due ponti, i vigili del fuoco sono rientrati. "Le informazioni di alcuni passanti sono state quelle di grida femminili e il ritrovamento di un monopattino a bordo del fiume Adda- si legge nella nota diffusa dal comando -. In assenza di ulteriori conferme le ricerche sono state interrotte in attesa di ulteriori informazioni o di una denuncia di scomparsa". Finora nessuno si è fatto avanti, ma le forze dell’ordine hanno acquisito le testimonianze dei presenti che hanno dato l’allarme e che giurano di aver sentito, distintamente, la richiesta di aiuto di una voce femmile. Un giallo che nei prossimi giorni rischia di finire anche sul tavolo del procuratore di Lecco, ma sotto forma di denuncia contro ignoti.
Red.Lec.