DANIELE DE SALVO
Cronaca

A 73 anni corre per 100 chilometri nel deserto del Sahara

Impresa di Angelo Rigoni

Angelo Rigoni

Merate, 16 ottobre 2018 - Il "leone del deserto" ha domato ancora il Sahara. All’alba dei 74 anni che compirà a marzo, il corridore di Merate Angelo Rigoni ha concluso la 100 chilometri del Sahara in Tunisia, la sua nona ultramaratona estrema. Il suo obiettivo era quello di tagliare il traguardo di tutte e tre le tappe in tempo utile, ma si è spinto ancora oltre: pur essendo il più anziano del gruppo, ha messo a segno un ottimo piazzamento, divorando gli sterrati e i ciottoli che piegano anche i fisici più allenati e la sabbia delle dune che penetra ovunque e scarnifica la pelle in appena undici ore, trenta minuti e trentaquattro secondi.

Non è stata un’impresa da poco: sui 43 maratoneti estremi che giovedì si sono presentati al via all’oasi di Ksar Ghilane, solo in trenta sabato hanno raggiunto l’arrivo a Douz. E lui appunto è stato tra i trenta, come testimonia la maglietta rossa con la scritta «finisher» che gli è stata regalata. «Sono contentissimo – commenta il runner 73enne -. Ho ultimato l’intera gara, che era la mia aspirazione, poi sono stato più veloce di quanto mi aspettassi. Meglio di così non poteva andare, non ero in perfetta forma e non ho avuto modo di allenarmi al meglio». In realtà avrebbe potuto fare ancora meglio e guadagnare una mezza dozzina di posizioni senza eccessivo sforzo: «Ho preferito tuttavia godermi appieno il magnifico panorama e ogni passaggio del percorso, piuttosto che correre a testa bassa». Con lui ha partecipato alla 100 Km del Sahara pure l’amico Angelo Vittorio Bertoletti di Milano, che è salito sul secondo gradino del podio e ha conquistato la medaglia d’argento fermando il cronometro a 12.13’44’’. «Lui però di anni ne ha 56 – ironizza il meratese -. Scherzi a parte, è stato veramente fenomenale». La tappa più dura per il brianzolo è stata l’ultima, quella di 42 chilometri.

«La migliore invece è stata la prima, una notturna di 8 km interamente sulla sabbia – racconta -. Non solo ho realizzato un buon tempo di frazione, ma è stato veramente affascinante correre di notte in mezzo al nulla, sotto un cielo stellato spettacolare, un’esperienza davvero unica e indimenticabile. Nonostante la fatica però pure l’ultima tappa di 42 km è stata veramente bella, perché si è svolta in mezzo a dune bianche dell’Erg sahariano». Rigoni sta già però pensando alla prossima gara, la 250 km in sei tappe dell’Atacama crossing in Cile, che si disputerà nel settembre del 2019. Si tratterebbe della sua decina corsa estrema, dopo due 100 Km del Sahara la prima delle quali nel 2008, la 100 km No-Stop, la Ciott Marathon, la 100 km in Senegal, la Sahara race in Giordania di 250 km, due volte la Marathon des sables e la Oman desert marathon. Di anni Angelo Rigoni ne avrà quasi 75, ma, sosteneva Albert Einstein, «il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando».