Merate (Lecco), 14 ottobre 2023 – Cittadini in piazza per salvare l'ospedale di Merate. E con loro alcuni sindaci, diversi amministratori locali, un senatore, i consiglieri regionali di opposizione, gli attivisti di molte associazioni e i sindacalisti di medici, infermieri e operatori sanitari che al San Leopoldo Mandic lavorano per rappresentare anche loro, assenti per paura di ritorsioni.
Il flash mob
Trecento persone hanno partecipato questa mattina al flash mob in centro a Merate per difendere il loro ospedale. Sono state distribuite delle specie di catene in carta: una per ciascuno dei primari e dei camici bianchi che si sono dimessi dal nosocomio cittadino, perché non più in condizioni di svolgere la loro professione. Tra chi ha rassegnato le dimissioni, solo negli ultimi dieci giorni, ci sono il primario di Ortopedia, la primaria facente funzione di Ginecologia, un gastroenterologo e un pediatra. Tutti i partecipanti sono stati poi invitati a firmare un grande lenzuolo bianco con la scritta “Salviamo l'ospedale di Merate”.
La petizione
Prosegue intanto la raccolta firme alla petizione per chiedere sempre di non smantellare ulteriori servizi e reparti. Al momento sono state già raccolte oltre 8mila firme online, e 3mila su moduli di carta. Verranno tutte consegnate in Regione. “In una impressionante sequenza di eventi l'ospedale di Merate sta perdendo in questi ultimi giorni risorse professionali e gestionali, che garantiscono la vitalità della struttura e l’offerta sanitaria per i 120mila cittadini del territorio meratese – si legge nel testo della petizione -. Una emorragia che va fermata prima di condurre a morte il nostro sspedale!”.
I presenti
In piazza, con gli attivisti del Tavolo della sanità locale, sono scesi i dem, promotori dell'iniziativa, con il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli, il segretario cittadino Mattia Salvioni e il coordinatore provinciale Manuel Tropenscovino. Hanno poi risposto all'appello il senatore Tino Magni, il consigliere regionale Onorio Rosati e la rappresentante locale Milva Caglio di Sinistra Italiana. E poi: Eleonora Lavelli di Azione, Catherine Alfiniti e Pierluigi Bonfanti dei 5 Stelle, i rappresentanti di Banca Etica, i sindacalisti di Usb e Cgil, i sindaci di Paderno e Casatenovo Gianpaolo Torchio e Filippo Galbiati, diversi assessori.
Gli assenti
Grande assente il sindaco di Merate Massimo Panzeri e tutti i rappresentanti di maggioranza di Merate. Hanno preferito non farsi vendere nemmeno gli operatori sanitari che prestano servizio al San Leopoldo Mandic: hanno avuto paura di possibili rappresaglie. Il clima che si respira in corsia è infatti quello di caccia alle streghe, con procedimenti disciplinari e richiami. Il rapporto con i dirigenti della sanità pubblica provinciale sembra infatti sia venuto meno. In tanti sperano in un cambio della guardia, quando a dicembre verranno nominati i nuovi direttori generali.
L'ospedale di Merate
La storia dell'ospedale di Merate è iniziata nel 1842. Ha iniziato a scriverla nel suo testamento il conte Giovanni Battista Cerri che ha lasciato al Comune “tutti gli immobili” e “lire trenta mila milanesi da inpiegarsi nella erezione del nuovo ospedale”. Molti benefattori dopo di lui ne hanno seguito l'esempio. L'ospedale di Merate inizialmente è stato infatti realizzato grazie a donazioni, di personaggi illustri come di meratesi più modesti. Poi è diventato una struttura pubblica, rimasta autonoma fino all'accorpamento con Lecco.