DANIELE DE SALVO
Cronaca

Ospedale Merate, pronto soccorso come un ring. Infermiere preso a pugni

Lecco, l’aggressore è un paziente con problemi psichiatrici: la vittima ha 25 anni. Gestione problematica per la mancanza di uno specialista di guardia. Vigilantes privati per la sicurezza del "Mandic"

La sala d’emergenza del Pronto soccorso di Merate trasformata in un ring. Ad andare al tappeto è stato un infermiere. Lo ha messo ko un paziente che soffre di disagio psichico. L’infermiere che lo stava assistendo voleva solo calmarlo ed evitare che magari si ferisse da solo strappandosi via la flebo, perché era molto agitato. Lui, però, lo ha colpito con un pugno dritto in faccia. A essere picchiato è stato venerdì scorso un infermiere di 25 anni in servizio al Pronto Soccorso del San Leopoldo Mandic: il paziente, un 50enne che soffre tra il resto appunto di disturbi psichiatrici, stava accusando gravi difficoltà respiratorie.

Si tratta di una "vecchia conoscenza" al Pronto soccorso di Merate. Inizialmente tutto è filato liscio, poi il paziente ha cominciato a diventare sempre più insofferente e a perdere il controllo. Al San Leopoldo Mandic di Merate, tuttavia, non c’è alcuno psichiatra di guardia che possa intervenire in simili evenienze, perché il reparto di Psichiatria è ormai chiuso dalla prima fase della pandemia di Covid e non si riescono nemmeno a reclutare specialisti.

L’infermiere, che doveva sottoporlo ad alcuni esami, ha così provato a tranquillizzarlo come poteva, ma lui si è girato e gli ha assestato un gancio dritto al volto. Il giovane infermiere, che con gli altri colleghi ha comunque impedito che la situazione degenerasse ulteriormente ed ha terminato stoicamente il turno nonostante la botta e il dolore, ha rimediato una brutta contusione al volto per una prognosi di alcuni giorni. Il paziente manesco invece successivamente è stato trasferito all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco.

"Per fortuna gli episodi di violenza fisica non sono frequenti – spiegano gli infermieri -. Capita soprattutto con pazienti esagitati, spesso perché affetti proprio da disturbi psichiatrici, o magari con gli anziani che manifestano demenza senile. Le aggressioni verbali sono invece all’ordine del giorno". Tutti i dipendenti della sanità pubblica lecchese hanno subito o almeno assistito ad un episodio di violenza verbale. Spesso ad insultare o minacciare sono i pazienti meno gravi, che nemmeno dovrebbero rivolgersi in Pronto Soccorso, e i loro parenti che li accompagnano, che si lamentano dei tempi di attesa. Da quando sono stati reclutati vigilantes privati la situazione è comunque migliorata. La gestione dei pazienti psichiatrici invece resta più difficile senza uno specialista di guardia.