Meno carte, più efficienza. Triplicate le pratiche digitali: "Così agevoliamo i cittadini"

A Bergamo l’88 per cento dei residenti ha il documento d’identità elettronico

Un Comune cento per cento digitale. Con benefici per il cittadino (meno code, meno attese) e spese contenute per l’amministrazione comunale. E naturalmente meno faldoni negli archivi.

È stato un vero e proprio successo il passaggio dalla carta al digitale a Palazzo Frizzoni. Nella primavera del 2019, le istanze al Comune di Bergamo inviate tramite lo sportello telematico, ovvero le pratiche digitali, in sostituzione di quelle tradizionali, erano poco più di mille al mese. Nel secondo trimestre 2023 (aprile-giugno, in attesa dei dati definitivi sulla seconda parte dell’anno appena concluso) le istanze digitali si sono invece attestate tra le tremila e le quattromila al mese, cioè tre o quattro volte quelle ricevute precedentemente.

"Effettivamente – spiega l’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni (nella foto) – si è verificata una crescita importante negli ultimi cinque anni. Questo significa agevolare il cittadino, ma anche contenere le spese dell’amministrazione comunale. Non solo per quel che riguarda la carta e il toner, il cui costo è più ambientale che economico, ma soprattutto per gli archivi. Per molte pratiche è infatti obbligatoria la conservazione per dieci anni, in alcuni casi anche per sempre, e gli archivi richiedono spazi. L’archiviazione digitale ha invece costi decisamente più bassi e la sintesi è che ogni pratica digitale consente di risparmiare quindici euro".

Tra le svolte più significative degli ultimi tempi, c’è anche la carta d’identità elettronica. Il Comune di Bergamo è all’88% di copertura, un dato tra i più alti in Italia.

Nel primo semestre del 2023 l’Anagrafe comunale ne ha emesse 10.013, con una proiezione sull’intero anno attorno alle ventimila, in costante aumento rispetto alle 16.768 del 2022, alle 18.459 del 2021 (numeri più alti perché c’era stato un recupero legato alle carte d’dentità non emesse nel 2020, l’anno del Covid), alle 11.728 del 2020 e alle 14.857 del 2019.

"Nel prossimo periodo – rimarca l’assessore Angeloni – i numeri sono destinati ad abbassarsi, perché ormai quasi tutti hanno la carta d’identità elettronica".

Ma la riduzione delle code, secondo Angeloni, non passa solo attraverso il passaggio dalla carta al digitale. C’è anche un altro motivo: "Abbiamo avuto risultati importanti dal potenziamento degli sportelli decentrati".

Michele Andreucci