Il motore in avaria, la corrente che spinge verso la diga di Olginate e le paratie aperte che risucchiano la barca. Per soccorrere quanti si trovavano a bordo del motoscafo in panne, domenica di tre settimane fa sono intervenuti sia i vigili del fuoco della Squadra nautica del comando provinciale di Lecco, sia i sommozzatori e i Draghi lombardi del Reparto volo del 115. Quasi un dejavù del pericoloso salvataggio di due canoiste di 57 e 62 anni dello scorso ottobre. "È importante che chi interviene sappia come farlo e sia adeguatamente attrezzato – avverte Edgardo Lanfranchi, 42 anni, da 16 vigili del fuoco, soccorritore acquatico e responsabile del Soccorso acquatico dei vigili del fuoco del comando provinciale di Lecco -. Altrimenti il rischio è che si debba salvare anche lui o magari soccomba, come accaduto molte volte. Ci sono tecniche di intervento che noi conosciamo e per le quali ci addestriamo e attrezzature e ausili di galleggiamento di cui disponiamo".
Vale in tutti gli interventi in acqua, ma ancora di più al lago, di Como compreso, dove, solo sulla sponda lecchese, ci sono 40 spiagge senza attracco e 35 con attracco non presidiate, salvo rari casi. "L’acqua del lago è più fredda di quella del mare e può provocare sincope da idrocuzione – prosegue il vigile del fuoco -. Bisogna bagnarsi con calma. Inoltre il lago offre meno galleggiamento e minor facilità di nuotata. Il fondale è roccioso e quindi può causare scivolate o incastri ed è a rapido declivio. Alle foci dei fiumi che si immettono nel lago ci sono poi forti correnti e acque con temperature ancora più basse". Per chi va in barca è importante svolgere la manutenzione del natante. "Il lago è una risorsa straordinaria ma bisogna approcciarsi con la giusta conoscenza e preparazione". D.D.S.